Le meridiane in Sicilia: un viaggio nel tempo

Le meridiane in Sicilia: un viaggio nel tempo

Il tempo scandito giornalmente dalle ore, i minuti e i secondi è il protagonista del viaggio che compiremo oggi e che ci vedrà esploratori della Sicilia attraverso le meravigliose Meridiane delle sue città. Il tempo è stato anche protagonista della scorsa notte, costringendoci a spostare le lancette dell’orologio avanti di 60 minuti, dalle 02 alle 03. Abbiamo perso così un’ora di sonno, in cambio però di un’ora in più di luce la sera.

Storia delle meridiane. 

I primi prototipi rudimentali di meridiana erano costituiti da un rozzo bastone infisso nel terreno che, proiettando un’ombra, permetteva di individuare in quale momento della giornata si era giunti.

Sin dai tempi più antichi, nell’antico Egitto e successivamente ai tempi dei Greci e dei Romani, era pratica comune misurare il trascorrere del tempo giornaliero attraverso orologi solari e meridiane. L’origine dell’arte di costruire gli orologi solari, la gnomonica, è tuttavia ancor più antica rispetto alla civiltà egizia; le prime testimonianze risalgono addirittura al Neolitico.

Una tradizione antica, quella della misurazione del tempo, anche in Sicilia: Catania, racconta Plutarco in Vite di Marcello, possedeva una mirabile meridiana che il console Messalla portò con sé a Roma col sacco della conquista. Fu questa meridiana a ispirare la più longeva civiltà d’Occidente nella realizzazione dei quadranti solari.

In Sicilia la più imponente e complessa è certamente la meridiana della chiesa di San Nicolò l’Arena, a Catania, considerata la più completa d’Italia. In essa viene, infatti, considerato il mezzogiorno di tutti i giorni dell’anno, vengono fornite informazioni precise sulla sua ubicazione, sui punti noti del territorio catanese, sui segni zodiacali, sugli equinozi e i solstizi, nonché il confronto tra le unità di misura esistenti nel periodo della sua realizzazione (1841). L’opera fu realizzata da Sartorius von Waltershausen e Peters.

Un particolare tipo di Meridiane sono quelle Orizzontali che troviamo ad esempio nella Cattedrale di Palermo, nel Duomo di Acireale, nel Duomo di Messina e molte altre. Esse sono costituite da un segmento tracciato sul pavimento che indica la direzione Nord – Sud e da uno gnomone (foro) che permette il passaggio di un raggio solare il quale colpisce il pavimento segnando il mezzogiorno del luogo.

La meridiana di Palermo.

La realizzazione della meridiana all’interno della Cattedrale di Palermo fu la prima di una notevole serie che incrementò l’interesse nella misurazione del tempo in Sicilia per tutto il XIX secolo.

Inaugurata nell’Aprile del 1801, per opera dell’abate scienziato Giuseppe Piazzi, la meridiana è collocata sul pavimento dell’interno della Cattedrale. L’estensione risulta ridotta per via di un compromesso tra tutti i fattori con cui il progettista dovette confrontarsi: l’asse irregolare della chiesa, la presenza di edifici piuttosto alti che offuscavano il sole, la presenza dei pilastri neoclassici che riducevano gli spazi interni e la ridotta altezza delle navate laterali.

Nella cupola all’altezza di poco meno di 12 metri, si trova il piccolo foro “gnomonico”, attraverso cui filtra il raggio solare all’istante del mezzogiorno che va a posarsi lungo l’asse della meridiana. La “macchia solare” spostandosi, determina contemporaneamente l’avvicendarsi dei mesi e delle stagioni e i corrispondenti simboli zodiacali. Essi sono realizzati in marmi policromi e risaltano nell’orlatura di marmo bianco percorsa dalla linea di ottone.

La meridiana di Acireale.

L’astronomo danese, Peters, costruì nel 1843 la meridiana del Duomo di Acireale, simile, ma meno articolata, all’esemplare catanese, di cui lo stesso prese parte nella costruzione.

Entrando nel Duomo di Acireale, appena giunti al transetto, dopo aver percorso la navata centrale, si vede a destra la cappella di S. Venera e a sinistra la sacrestia. A pochi passi dall’osservatore, con una inclinazione di circa 72° rispetto all’asse della navata centrale, si trova la meridiana che si estende dal primo pilastro posto alla sua sinistra fino alla cappella di S. Venera. Per indicare la posizione del sole nella sfera celeste durante l’anno si trovano dodici formelle in marmo con la rappresentazione delle costellazioni dello zodiaco.

La meridiana di Messina.

Il Duomo di Messina si dotò di una meridiana disegnata da Antonio Maria Jaci andata definitivamente perduta con il rifacimento del pavimento negli anni ’50. Questo prodigio della scienza fu per un secolo (tra il 1804 e il gravoso sisma del 1908) una delle più note e ammirate nell’Isola.

A partire dal 1850, con la crisi economica della chiesa di Sicilia a seguito della legge Siccardi, queste opere persero la loro committenza ecclesiastica, lasciando il campo alla volontà laica, come nel caso della Scuola Tecnica Regia di Caltanissetta, dove per opera del barone Mario Bonfiglio venne realizzata l’ultima meridiana monumentale in Sicilia, nel 1913. Nel frattempo, sulla facciata del Municipio di Augusta si inaugurava un elegantissimo orologio solare in occasione dell’eclissi di sole del 1870, capace di fungere anche da calendario grazie alla lemniscata lungo la linea del mezzogiorno.

Grammichele: la città Siciliana delle meridiane.

Vogliamo concludere il nostro viaggio con una tappa nella città conosciuta appunto come la città delle Meridiane, tale infatti da ospitare in ciascuna delle sue piazze un orologio solare di tipo diverso: Grammichele, comune della provincia di Catania, unica per la sua pianta esagonale, affascinante per la sua storia.

La città fu ideata da Carlo Maria Carafa principe di Butera e fu fondata nel 1693 dopo il violento terremoto che distrusse la città di Occhiolà.

La meridiana a forma di croce – che ai tempi della sua fondazione era stata installata nella piazza principale – è oggi sostituita da un’enorme statua monumentale di bronzo di Murat Cura. Essa è parte integrante dell’orologio che regge un’asta gnomonica e occupa il centro della piazza e raffigura un uomo inginocchiato simboleggiante il tempo, avvolto da una serie di cerchi che richiamano l’antica sfera armillare e lo imprigionano inevitabilmente, nel suo tempo. L’orologio solare è essenzialmente composto da tre parti: lo gnomone, il quadrante e un insieme di linee che indicano le ore, i solstizi, gli equinozi, lo zodiaco e, nel caso specifico, riporta le date di distruzione di Occhiolà e della fondazione di Grammichele.

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