Cosa succede alla Blutec di Termini Imerese? Parla un lavoratore.

Cosa succede alla Blutec di Termini Imerese? Parla un lavoratore.

Lunedì mattina circa 200 operai della Blutec di Termini Imerese hanno occupato l’aula consiliare del palazzo comunale. Abbiamo fatto qualche domanda a Tommaso D’Ippolito, lavoratore della Blutec, per farci spiegare al meglio la loro situazione attuale.

Innanzitutto spiegaci cosa è successo oggi e perché avete deciso di occupare l’aula consiliare del comune di Termini Imerese.
Qualche giorno fa abbiamo scoperto, a mezzo stampa, che l’Invitalia ha deciso di bloccare il finanziamento che, circa un anno e mezzo fa, in accordo con il governo, aveva erogato per provare a fare ripartire lo stabilimento ex-Fiat. Questo potrebbe significare per l’azienda la chiusura definitiva. Abbiamo deciso, quindi, di provare a chiedere al governo delucidazioni in merito alla questione. Queste risposte ancora oggi tardano ad arrivare. Ci siamo resi conto che il silenzio istituzionale, ma soprattutto del Governo centrale, era diventato inaccettabile. Per noi, l’obiettivo primario diventava quello di far parlare i media della nostra situazione. Per questo, lunedì mattina, in 200 circa, abbiamo occupato l’aula consiliare del comune e chiesto immediatamente un incontro con il Sindaco di Termini Imerese. Lui ci ha immediatamente ricevuto e ha accolto la richiesta di chiedere al prefetto un incontro con tutte le parti presenti per iniziare a capire quale può essere la soluzione a questa situazione di precarietà. Una volta ottenuto questo, nel pomeriggio, siamo usciti dall’aula consiliare già pronti per altre iniziative di lotta per tenere ancora alta l’attenzione sul problema.

Ci spieghi meglio il rapporto con Blutec e il ruolo di Invitalia?
Spiego intanto che Blutec è la società a responsabilità limitata che nel 2016 ha fatto partire un progetto con l’obiettivo di rilanciare l’ex stabilimento Fiat e riassorbire buona parte degli operai che ci lavoravano. Questo progetto, però, è partito grazie ad un finanziamento arrivato, per decisione del governo, da Invitalia, società per azioni del ministero dell’Economia. Il progetto prevedeva un primo finanziamento di 20 milioni da parte dell’agenzia a Blutec che avrebbe ricominciato a ricevere commesse dalla Fiat e quindi riassorbito 700 dipendenti entro la fine del 2018. Il programma di lavoro prevedeva la realizzazione di componentistica e motori elettrici per un preciso modello di automobile della Fiat. Le commesse non sono arrivate nella misura prevista a causa della poca domanda sul mercato e Blutec, rispetto a quello che dice il presidente di Invitalia Arcuri, non ha utilizzato i soldi del finanziamento come previsto. A quanto pare sono anche scaduti dei termini di legge che permettono a Invitalia di chiedere i 20 milioni di euro, finanziati alla Blutec, indietro. Questo nei fatti può significare la chiusura definitiva dell’azienda. Ad oggi solo 120 operai sono tornati al lavoro e solo 80 di questi lavorano a pieno regime mentre gli altri 40 fanno 4 ore di lavoro effettivo e le altre 4 ore vengono conteggiate nella cassa integrazione. Gli altri 580 sono ancora in cassa integrazione. Il tutto senza contare che questo progetto da principio non ha considerato gli oltre 300 operai dell’indotto che sono stati direttamente licenziati.

La situazione che ci presenti è abbastanza critica e deve essere quanto prima risolta per evitare che tutte queste persone perdano definitivamente la possibilità di avere uno stipendio a fine mese. Quali sono quindi le prossime mosse che pensate di fare?
Il nostro obiettivo adesso è quello di ottenere un incontro a cui siano presenti delegati del Governo nazionale e regionale, il presidente di Invitalia Arcuri, la Fiat, Blutec, i sindacati e i delegati dei lavoratori. Le parti dovranno trovare una soluzione per andare avanti e superare questa fase di impasse. Da questo momento in avanti le nostre azioni saranno dunque tutte volte al raggiungimento di questo primo piccolo obiettivo. La rabbia è tanta e tutti gli attori in gioco devono sapere che questa volta non ci fermeremo se prima non avremo la certezza che le promesse fatte verranno mantenute. Sono anni che viviamo in una condizione di precarietà assoluta. La strada che ci era stata prospettata nel 2016 con l’arrivo di Blutec doveva essere la soluzione a tutti i mali. A più di un anno e mezzo di distanza ci troviamo di nuovo punto e a capo. Tutto questo è inaccettabile. Per questo abbiamo chiesto al sindaco di fare in modo che il prefetto ci riceva entro la seconda settimana di maggio. Attraverso il più vicino rappresentante del governo centrale vogliamo fare pressioni affinché l’incontro tra tutte le parti avvenga il prima possibile. Per questo già venerdì dalle 16.00 saremo di nuovo davanti ai cancelli dell’azienda per tenere alta l’attenzione e per far capire che siamo determinati e lotteremo perché tutti e 700 i lavoratori ex-Fiat tornino finalmente ad avere un lavoro vero e dignitoso.

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