Sosteniamo i lavoratori dell’indotto A2a. Costruiamo insieme il futuro della Valle della Mela

Sosteniamo i lavoratori dell’indotto A2a. Costruiamo insieme il futuro della Valle della Mela
Riprendiamo la nota di Malerba sullo sciopero e il presidio permanente che i lavoratori dell’indotto A2a stanno portando avanti. Uno stato di agitazione che va avanti da mesi ormai (ne abbiamo parlato qui) a causa della assoluta mancanza di volontà da parte della multi utility Lombarda di trovare un accordo. 

 

Il braccio di ferro con A2a

Da mesi ormai va avanti un braccio di ferro tra operai dell’indotto della centrale termoelettrica di San Filippo del Mela – coadiuvati dai sindacati confederali – e i vertici dell’azienda che la controlla: A2a.

Da mesi i lavoratori si stanno astenendo dallo straordinario e, da una settimana, è in corso lo sciopero dell’indotto (adesso di una sola ditta), con un presidio permanente h24 davanti l’ingresso della centrale che ha costretto A2a a spegnere l’impianto e fermare la produzione.
Quello che si vuole ottenere è un accordo che possa garantire un sistema di relazioni sindacali minimo, che possa rendere meno ricattabili i lavoratori, soprattutto quelli con contratto a termine; il reintegro di lavoratori licenziati con l’accusa di essere stati troppo impegnati nella tutela dei diritti dei compagni di lavoro, per migliorare condizioni fin troppo precarie e, più in generale, per evitare che quando A2a tirerà i remi in barca ( e potrebbe mancare poco ), più di 300 lavoratori e lavoratrici perdano la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali.

 

Quale futuro per la centrale?

Questa precarietà generalizzata ci pone di fronte ad un grande tema: quale futuro per la centrale?
La multi utility Lombarda ha le idee abbastanza chiare: senza garanzie (ma soprattutto senza risorse ) dal Pubblico, non si va oltre il 2025 e questo potrebbe portare ad un’ emorragia occupazionale già dai primi mesi del 2024.
A2A, dopo aver fatto miliardi sulle spalle di un intero territorio e dei suoi lavoratori metalmeccanici, edili, chimici e dei servizi, non si farebbe problemi a tenere quello che serve e buttare via quello che è di troppo, secondo una logica dell’usa e getta, tipico di un mercato che sfrutta, consuma e abbandona.

 

Non saranno le industrie a salvarci 

Ancora una volta, quindi, riemerge con forza la realtà di sempre: non saranno le industrie a salvarci; non saranno le industrie a pensare al nostro futuro, al nostro futuro dobbiamo pensarci noi.
Il 31 Luglio prossimo si terrà un incontro tra le parti sociali e A2A, presso la prefettura. I sindacati dicono che se l’esito dell’incontro dovesse essere negativo, i lavoratori non potranno fare altro che alzare il livello dello scontro.
Noi crediamo che le lavoratrici e i lavoratori dell’indotto abbiano bisogno del sostegno di tutti e tutte, perché il futuro della centrale di San Filippo del Mela non riguarda solo loro ma tutto il territorio e ha a che fare con il modo di produrre che questo territorio sceglierà di utilizzare.
Ed è una scelta che non appartiene ad A2A, ma appartiene a chi vive la Valle del Mela.

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