Palermo: in piazza conducenti di taxi e bus turistici

Palermo: in piazza conducenti di taxi e bus turistici
Questa mattina, mercoledì 24 febbraio, i lavoratori dei bus turistici e i tassisti siciliani sono tornati in piazza. Contestano al governo regionale e nazionale i mancati sussidi e contributi a fondo perduto per sostenere la categoria.

I lavoratori si sono dati appuntamento davanti a Palazzo D’Orleans per chiedere contributi per mitigare le perdite e il danno economico subito a seguito dei provvedimenti dei governi per limitare la diffusione del contagio. Hanno chiesto un incontro con il Presidente della Regione Nello Musumeci e l’On. Riccardo Savona – componente della commissione bilancio all’Ars. E spiegazioni in merito al mancato inserimento del comparto dei bus e taxi nella legge di stabilità 2021/2023.

La manifestazione è stata indetta da Abt Sicilia, Anat, Asncc, Ita. I conducenti di NCC, taxi, bus turistici – raccolti in sei associazioni di categoria – affermano di essere in ginocchio a causa dell’aggravarsi della crisi economica a causa della pandemia da Covid -19.
Le aziende appartenenti a questo settore sono ferme dal 22 febbraio 2020 e – secondo i lavoratori – la perdita di fatturato è pari al 95%. A fronte di questa perdita però non hanno ricevuto adeguati ristori. E ancora oggi attendono contributi a fondo perduto da parte della Regione Siciliana.

Una categoria fantasma

«Siamo arrabbiati» – afferma Carmelo Galati, lavoratore del settore. «Abbiamo constatato che nella legge di stabilità regionale 2021/2023 – continua – per la categoria di noleggio bus turistici e autovetture non è stato deliberato neanche un euro». La categoria è stata completamente dimenticata dallo Stato e dal governo regionale. «Siamo una categoria fantasma» – così si legge nei cartelli che portano addosso più di 300 addetti del noleggio scesi in piazza oggi.

Gli autisti, in mancanza della cassa integrazione, sono riusciti ad andare avanti con grosse difficoltà. Molti di loro sono emigrati nelle aree del Centro-Nord.
Non chiedono solo ristori, ma un cambio di rotta. «Chiediamo di essere riconosciuti come lavoratori del settore turistico» – affermano. «Di fatto è questo quel che facciamo. Non sono autobus a uso privato né di trasporto pubblico. Sono autovetture turistiche; quindi pretendiamo sussidi in questo senso» – dichiara Giampaolo Reginella della Reginella Bus.

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