Riparte la corsa agli inceneritori: cambiare rotta per salvare i territori

Riparte la corsa agli inceneritori: cambiare rotta per salvare i territori
È ufficiale. Riparte l’iter per la costruzione di un inceneritore nella zona industriale di Catania.

L’iter del progetto

Il progetto aveva subito una battuta d’arresto con un parere espresso dalla commissione tecnico-specialistica della Regione. Questa, aveva giudicato l’impianto sovradimensionato. Per questo, era stata fornita alla ditta interessata alla costruzione una proroga di 6 mesi, utili per rispondere a tutte le perplessità poste dalla commissione.

La commissione aveva tra l’altro fatto presente che «il processo di recupero energetico si pone alla penultima posizione nella gerarchia di trattamento, subito prima dello smaltimento. Vi è la necessità di non prevedere la combustione di quei rifiuti per i quali vi è la possibilità del loro recupero.»

 

Perché si “spinge” per un inceneritore?

A pochi giorni dalla scadenza della proroga fissata dalla Regione, la Si Energy ha recapitato alla commissione delle osservazioni che dovrebbero, teoricamente, rispondere punto per punto alle mozioni mosse. In primis, la questione del sovradimensionamento. Nella relazione si specifica che l’inceneritore dovrebbe servire non solo Catania, ma mezza Sicilia. In particolare le province di Catania, Messina, Siracusa, Caltanissetta, Enna e Ragusa. Si tratta, quindi, dell’ennesimo mega-impianto a danno del territorio che dovrebbe ospitarlo e che, in barba al principio di prossimità, si vedrà attraversare da camion e camion di rifiuti.

La retorica usata per giustificare la costruzione di tale impianto – fortemente spinto dal presidente Nello Musumeci – è quella di «alleggerire il lavoro delle discariche tramite il recupero energetico dei rifiuti».

L’inceneritore è un fiasco, una zappa sui piedi da molteplici punti di vista, economici e sanitari. Gli inceneritori producono scorie che devono essere smaltite in apposite discariche per rifiuti speciali pericolosi. Dire che gli inceneritori risolvono la questione delle discariche è dunque un clamoroso falso. In questo caso, ci dicono che le scorie saranno inviate al Nord. A parte gli evidenti problemi etici di questa proposta, siamo ancora di fronte a una falsa soluzione che apre immediatamente una seconda questione: il fattore economico. La gestione e l’invio al Nord delle scorie prodotte dall’inceneritore, farebbero schizzare alle stelle i costi per i siciliani, senza di fatto risolvere il problema una volta per tutte.

 

Le soluzioni dei comitati al problema dei rifiuti

Le soluzioni all’inceneritore, quelle vere e concrete, esistono. Da anni vengono indicate da associazioni, comitati e da tecnici di calibro internazionale – come lo strategista Enzo Favoino – e dagli esperti dell’Associazione dei Medici per l’ambiente.

Occorrono subito investimenti volti ad attuare il piano dell’economia circolare, attivare piattaforme di riciclo, recupero e riuso delle materie prime; occorre incrementare una raccolta differenziata efficace e con tariffazione puntuale; occorrono centri di compostaggio aerobico e dimensionati ai bisogni concreti delle comunità; occorre disporre tutte le azioni politiche necessarie volte alla prevenzione del rifiuto; occorre procedere celermente con campagne di informazione.

Senza lavorare a questi obiettivi, non sarà mai possibile risolvere l’annoso problema dei rifiuti e saremo sempre in “emergenza”. Un’emergenza che continua ad arricchire i soliti privati a danno dei territori, della salute e delle tasche degli abitanti.

Ma si sa, la campagna elettorale si avvicina e il presidente sente, ora più che mai, l’esigenza di portare a termine – a qualsiasi costo – la battaglia per la gestione dei rifiuti di cui ha fatto baluardo della sua amministrazione di fatto senza raggiungere alcun risultato serio e concreto. Un enorme fallimento che lascia a fine mandato la Sicilia con discariche e città sature di rifiuti. Cieco e sordo a qualsiasi indicazione e proposta giunta da associazioni e comitati che da anni lavorano sul tema rifiuti, il Presidente Musumeci ha scelto di “cedere” alle pressioni di aziende che hanno tutto da guadagnare da questo genere di opere, sacrificando gli abitanti dei territori che, invece, hanno solo da perdere.

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