Il mondo dei rifiuti siciliano: mazzette e corruzione

Il mondo dei rifiuti siciliano: mazzette e corruzione
Non c’è pace per il trafficato mondo dei rifiuti siciliani. Il direttore tecnico della discarica di Bellolampo è stato colto in flagrante mentre intascava 5mila euro da un imprenditore locale, operante anche lui nel settore dei rifiuti. 

Ieri è scattato l’arresto per Vincenzo Bonanno, colto con le mani nel sacco mentre prendeva una mazzetta da un imprenditore catanese, Emanuele Gaetano Caruso. Durante la perquisizione, nella sua auto, sono stati trovati altri 13.250 euro. Nell’appartamento sono stati trovati altri 50mila euro. A finire in manette anche Daniela Pisasale, moglie di Caruso, residente a Catania, ma di origine siracusana.

 

Chi sono i soci in malaffari?

Bonanno è il braccio destro di Pasquale Fradella, direttore della discarica di Bellolampo. Lui si occupava dell’impianto mobile e di tutti i movimenti dei rifiuti verso gli impianti di smaltimento. 

Caruso e Pisasale sono proprietari di EcoAmbiente, azienda che per anni ha operato all’interno della discarica della provincia di Palermo. Lei, nello specifico, ricopre il ruolo di amministratore unico.

I coniugi sono anche proprietari della Rem, una società privata di servizi che aspetta l’autorizzazione per un mega impianto di compostaggio a due passi dell’Oasi del Simeto, un area naturale protetta che si trova all’interno del Comune di Catania. 

 

L’accusa e il giro d’affari 

L’accusa per tutti è di corruzione aggravata. L’ipotesi che la muove è che le mazzette servissero a convincere Bonanno a fare pressione sul personale amministrativo della RAP affinchè velocizzasse la liquidazione delle fatture  a Ecoambiente. 

Il giro d’affari intorno al mondo dei rifiuti è incredibilmente esteso. I Caruso ne sono un esempio. Ecoambiente, infatti, solo dalla RAP nel 2018 ha ricevuto 362mila euro, nel 2019 981mila euro e nel 2020 la lauta cifra di 2milioni e 480mila euro.

 

Le responsabilità politiche

In questa vicenda a finire sotto la lente di ingrandimento è il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Lui ha provato in qualche modo a difendersi scaricando la responsabilità alla Regione. In riferimento ai Caruso, ha affermato: «a maggio dell’anno scorso ce ne siamo liberati, ma dopo pochi mesi ce li siamo ritrovati dentro le ordinanze del dipartimento regionale». In particolare, in base a quanto riportato sul quotidiano «la Repubblica»,  Ecoambiente ricorre nei decreti di conferimento straordinario dei rifiuti in decine di comuni siciliani. Le ordinanze sarebbero state promulgate con la scusa dell’emergenza rifiuti.

Se così fosse, dopo tutto, non sarebbe una novità. Sappiamo perfettamente in che modo i governi della Regione abbiano gestito i rifiuti negli anni.

 

Il mondo dei rifiuti siciliani

E con questa sono tre le discariche siciliane che nelle ultime settimane sono state interessate da scandali per corruzione o per illeciti. Dopo l’impianto della Sicula Trasporti a Lentini e la discarica di Siculiana della Catanzaro Costruzioni, adesso è il turno della principale discarica pubblica della Sicilia. 

Fin quando la questione dello smaltimento dei rifiuti rimarrà uno strumento di potenziali affari milionari tra imprenditori, fin quando vigerà la logica delle mega discariche, dei mega centri di compostaggio e dei mega inceneritori, non si fermerà la logica delle mazzette. Così, i rifiuti sono e rimarranno un business tossico buono solo per le tasche degli speculatori, malsano per i territori e la salute dei siciliani.

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