Riterritorializzare il mondo. Di Alberto Magnaghi

1. Terra e territorio

Delle numerose accezioni del termine ‘terra’, almeno tre meritano la nostra attenzionequando parliamo di un ‘ritorno’ ad essa: si tratta della più ristretta (“strato superficiale della crosta terrestre, […] in quanto contiene gli elementi necessarî per la nutrizionedelle piante, e destinato perciò alla coltivazione”);2 della più inclusiva (“il pianeta su cui noi viviamo, […] generalmente scritto […] con iniziale maiuscola”); e di una definizione di di ampiezza intermedia, già notata da Françoise Choay (2008), che ha origine nella lingua toscana antica e si trova già in Dante, Boccaccio e San Francesco oltre che in toponimi come “Cinqueterre” e “Terranuova”. Dal primo “significato, fusosi con quello di ‘territorio’,” è scaturito “l’uso […] della parola per indicare un luogo abitato, una borgata, e anticamente anche una città”, ossia uno – in realtà il più elementare – dei ‘mondi di vita’ degli uomini,3 sede primaria del legame che li fissa ai luoghi. Tra questi punti cardinali si dipana la visione territorialista della terra come matrice della relazione fecondante che costituisce il territorio: l’ambiente dell’uomo (che non esiste in natura), ovvero il prodotto dinamico del processo di coevoluzione di lunga durata fra insediamento umano e ambiente naturale da cui continuamente si genera e si rigenera il territorio come soggetto vivente, in quanto neoecosistema. In questa accezione, il tema della terra non può rimanere appannaggio esclusivo delle scienze agro-forestali, ma richiede l’intervento diretto delle scienze del territorio, che si occupano, da punti di vista diversi ma congruenti, degli stili e delle condizioni e di vita dell’umanità sulla terra. In prospettiva, la riflessione di queste scienze è finalizzata alla conversione ecologica, autosostenibile e territorialista della società e dell’economia come risposta strategica alla crisi: il tema di fondo intorno a cui si è costruita la Società dei territorialisti. Da questo punto di vista, abbandonando, degradando e insterilendo la Terra con l’urbanizzazione del pianeta, quel che stiamo distruggendo non è Gaia4 (creatura vivente in cui la specie umana figura solo come un episodio), e nemmeno la sua sottile copertura di suolo (che ha sostenuto e sosterrà un’infinità di specie animali e vegetali): è l’ambiente dell’uomo, il territorio appunto, la sua casa.

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