Contro i radar militari. Domani manifestazione a Favignana

Contro i radar militari. Domani manifestazione a Favignana
Sui fatti relativi ai sistemi radar trasportabili da integrare nella Rete Radar Costiera (RCC) della Marina Militare nei siti di Favignana (Trapani) e Portopalo di Capo Passero abbiamo già pubblicato un articolo che trovate qui
Il dato positivo della vicenda è che il mondo della società civile e quello della politica locale sono insorti unanimemente rivendicando la necessità di tutelare la salute dei cittadini, di salvaguardare l’area marina protetta e di sottolineare la vocazione turistica del territorio che si scontra palesemente con l’installazione militare dei radar.
Il Sindaco di Favignana Forgione, in una nota alla ministra Lamorgese, ha già chiesto chiarimenti e maggiori informazioni sulla natura del progetto e sulle possibili ripercussioni dell’impianto sulla comunità.

 

La mobilitazione degli abitanti

I cittadini di Favignana hanno indetto una mobilitazione – che si terrà sull’Isola domani 20 febbraio – per chiedere verità sul radar militare di imminente installazione.

Quello che si richiede a gran voce è una valutazione indipendente dell’impatto del radar militare sulla salute e sull’ambiente. Nessuna informazione è stata fornita, sino ad oggi, ai cittadini ospitanti.

Gli abitanti insomma, vogliono la verità espressa nelle forme di una valutazione libera da condizionamenti e che conduca, nella migliore delle ipotesi e in assenza di garanzie, al blocco dell’iter di installazione.

È una grande presa di coscienza quella che ha scosso i cittadini delle Isole Egadi. Nel comunicato diffuso ieri, gli abitanti di Favignana chiedono – anzi, pretendono – «che non si trasformi la più grande Area Marina Protetta d’Europa, in una base militare in cui far proliferare ulteriori strumentazioni militari». Le persone che vivono sull’isola non sono disposte ad accettare che questa «vengano militarizzate» perché «in un’isola che vive di turismo e natura, il radar dovrebbe essere smantellato e dismesso, non potenziato e rafforzato».

Si tratta di una forte presa di coscienza che travolge gli animi di coloro i quali hanno scelto il proprio destino: «essere un obiettivo turistico, non un obiettivo militare».

 

Rompere con la normalità dello sfruttamento

È indispensabile chiedersi quindi, per l’ennesima volta, quale sia il disegno di chi governa sul destino delle Egadi e della Sicilia in generale.

La Sicilia è ad oggi una terra frammentata in una miriade di territori-bersaglio che spesso cadono sotto i colpi di politiche regionali e nazionali che ne vorrebbero fare un luogo da sfruttare . Solo di recente infatti abbiamo visto moltiplicarsi i progetti di nuove trivellazioni e sentito parlare di stoccaggio dei rifiuti nucleari, dell’off-shore a largo di Marsala, degli inceneritori. Questa sono minacce che tutti i siciliani, affrontano a viso aperto. Questa non può più essere la normalità.

Non può più essere la normalità che la vita di chi abita in Sicilia sia resa così precaria dalle tante minacce che sembrano crescere ogni giorno e che ogni giorno, dal basso, si prova a contrastare. È proprio a questa lotta quotidiana che va fatto appello quando, per l’ennesima volta, si viene gettati nel mucchio delle risorse utili al sistema, senza riguardo alcuno per la volontà di chi vive questa terra, per le fatiche e per la salute degli abitanti. La salute di intere comunità, che è anche ma non solo quella fisica.

Può apparire una guerra asfissiante e logorante che però non accenna ad arrestarsi. Da parte di chi contrasta i progetti di sfruttamento, c’è forte la consapevolezza di essere in tanti, forti e capaci di comprendere ogni inganno sotteso. Di essere in grado di essere assedianti e non più assediati.

È importante chiudere con un passaggio letto sulla scheda tecnica predisposta per gli impianti radar di Favignana che recita “vernici e loro applicazione dovranno dare una garanzia – in termini di qualità, durata e resistenza alla corrosione – di cinque anni”. Cinque anni.

Dopo, restano le carcasse.

 

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