Messina, la Corte dei Conti boccia il Piano di Riequilibrio di De Luca

Messina, la Corte dei Conti boccia il Piano di Riequilibrio di De Luca
È tornato al mittente il Piano di Riequilibrio del Comune di Messina. Secondo la Corte dei Conti ci sono criticità e va rivisto.
Non ci sarà rimasto bene il sindaco della città, Cateno De Luca, che recentemente aveva dichiarato che quando sarebbe arrivata l’approvazione della Corte dei Conti al suo Piano di Riequilibrio, avrebbero dovuto tutti dare ragione a lui. Oggi, invece, sono arrivate le 81 pagine dalla Corte dei Conti contenenti tutte le criticità del suo Piano, e, purtroppo, la realtà è molto più triste.

Ritorno al mittente

Insomma, con il documento con il quale la Corte dei Conti evidenzia tutte le problematicità del Piano di Riequilibrio del Comune di Messina, si può dire conclusa la fase dell’auto-celebrazione di Cateno De Luca. A più riprese il sindaco della città dello Stretto aveva narrato i grandi risultati ottenuti dalla sua attività amministrativa in merito al risanamento finanziario dell’ente. Tutti racconti, evidentemente, senza contraddittorio, che si sono infranti contro la durezza dei fatti.
E la durezza dei conti dice della sovrastima della capacità di aumentare la riscossione dei tributi, dice dei disallineamenti dei conti tra Comune e Società Partecipate, dice delle criticità negli accantonamenti per il Piano di Riequilibrio. Non c’è, insomma, da star contenti, né da esser felici, visto che a più riprese avevamo mostrato le fragilità dell’azione di risanamento finanziario di De Luca.
Al contrario, quanto descritto nelle pagine della relazione della Corte dei Conti dimostra che non è possibile un vero ritorno a un regime ordinario di amministrazione se non si definisce un accordo politico tra Comuni e Governo che abbatta il debito in cui quegli enti sono costretti a galleggiare.

Aprire una vertenza con lo Stato, ora!

Lo abbiamo detto ma lo ribadiamo – anche perché i fatti lo dimostrano: la strategia del Piano di Riequilibrio a tutti i costi pur di non dichiarare il dissesto non funziona.
Decenni di malgoverno locale e di tagli da parte dello Stato non sono sanabili. Intanto, però, i cittadini avrebbero quantomeno diritto alla verità. Che la si smetta quindi di raccontare falsità sulla situazione contabile, che si mettano i cittadini nelle condizioni di esprimere un giudizio sulle attuali e sulle passate amministrazioni. Oggi è crollata l’ultima illusione, per chi voleva coltivarla. Il Comune di Messina, così come quello di Palermo, di Catania, di Milazzo, di Taormina e di tanti altri è con le pezze al culo.

 
Lo si assuma come un problema politico e lo si affronti come un problema di tutta l’isola. Bisogna, una volta per tutte, aprire una vertenza con lo Stato, mossa anche e soprattutto dai sindaci, affinché il debito venga cancellato.
 
Solo così i comuni potranno tornare a respirare e avviare un percorso che possa permette di tornare ad assumere personale e fare funzionare al meglio la macchina amministrativa, garantendo al massimo i servizi di cui gli abitanti necessitano.

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