Ancora in piazza. Migliaia di NO ponte anche a Villa San Giovanni

Ancora in piazza. Migliaia di NO ponte anche a Villa San Giovanni
Migliaia di no ponte anche a Villa San Giovanni. Ecco, la sensazione che ci si portava addosso tornando dalla manifestazione di sabato scorso era di assoluta soddisfazione, di felicità, per avere sfilato in un territorio accogliente insieme a una marea di persone.

Per chi da tanti anni frequenta i cortei in riva allo Stretto è quella certezza che il popolo no ponte non tradisce mai. Certo, cambia. Negli anni è cambiato. Tante facce sono le stesse, magari, ma le modalità, la composizione che presenta, cambia di volta in volta in relazione alla fase politica, in relazione ai nuovi contesti sociali e generazionali in cui si svolge. Chi questa cosa non la capisce non capisce questo movimento che porta avanti la sua lotta da oltre 20 anni e che non ha mai avuto una battuta d’arresto.

“No al ponte delle menzogne”

Così recitava lo striscione che apriva il corteo, a indicare la capacità degli abitanti dello Stretto di smascherare la truffa che sta dietro l’enorme forza mediatica di chi ha cercato in tutti questi anni di rappresentare questa operazione come un’occasione di miglioramento delle condizioni di vita di chi in Sicilia e in Calabria ci abita. Ma, una per una tutte le bugie sulla arditezza ingegneristica dell’opera, sulla sua sostenibilità finanziaria, sul suo essere “infrastruttura green”, sono state decostruite e ridotte a ciò che sono: mera narrativa propagandistica. Dietro quello striscione le cittadine e i cittadini di Cannitello e Villa San Giovanni testimoniavano la consapevolezza di un territorio che si rifiuta di essere ingannato, dietro ancora i comitati no ponte che nell’ultimo anno hanno animato la lotta.

Liberarsi ancora

Tra i tanti cartelli che hanno costellato la manifestazione, uno riportava uno stralcio di giornale nel quale veniva segnalata l’insistenza della Corte dei Conti nella richiesta di cancellare la Stretto di Messina Spa. Un aspetto molto importante, questo. Se, infatti, la Società concessionaria fosse stata cancellata nel corso dei 10 anni in cui è rimasta in liquidazione non sarebbe stata possibile l’operazione di “reviviscenza” del contratto che ha rimesso in corsa il ponte sullo Stretto e riconsegnato nelle mani di Webuild un affare di quasi 15 miliardi. Di questo portano la responsabilità anche alcuni dei partiti che sabato si trovavano in corteo per le strade di Villa San Giovanni.

La riuscita della manifestazione di sabato è particolarmente importante perché non era per nulla scontata. Il rinvio di 4 mesi della data in cui la Stretto di Messina Spa consegnerà le risposte alle 239 osservazioni della commissione Via poteva demotivare la partecipazione. Poteva prevalere quel sentimento tanto diffuso quanto improduttivo del “tanto non lo fanno, tanto è tutta una bufala” che purtroppo, a volte, attraversa anche le discussioni tra gli attivisti no ponte, un sentimento improduttivo poiché non coglie la natura profonda del ponte sullo Stretto, un meccanismo messo in piedi per estrarre ricchezza dai territori, per consegnare nelle mani di pochi le risorse di tutti.

Da questo punto di vista sarà importante che la prossima estate sia ancora una volta una stagione di lotta. La manifestazione di Villa San Giovanni ha dimostrato che il movimento ha chiaro che questo è il momento di insistere, che questo è il momento di liberarsi definitivamente del ponte. Battersi contro il ponte significa, infatti, non solo resistere alla furia dei devastatori, alla speculazione sui nostri territori, ma anche darsi la possibilità di contendere l’enorme quantità di risorse finanziarie impegnate sull’opera per portarle a vantaggio degli abitanti delle regioni che si affacciano attraverso lo Stretto di Messina.

Non c’è da accontentarsi, insomma. Il ponte è stato fermato più volte dalla lotta degli abitanti. Si tratta ora di liberarsene definitivamente e mettere al centro la cura dei territori e delle persone che li abitano.

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