Asili nido: la Sicilia ultima per numero di strutture

Asili nido: la Sicilia ultima per numero di strutture
Carenza di servizi rivolti alla persona e inefficienze delle istituzioni sono temi annosi in Sicilia.

Sicilia, la regione d’Italia con meno asili nido

Tra le carenze più vistose del sistema pubblico, spicca sicuramente quella degli asili nido, che contano attualmente 434 strutture in tutta l’isola con una capienza totale di 12 mila bambini.
Si tratta di cifre irrisorie, soprattutto de comparate ad alcune regioni del nord Italia tipo la Lombardia, che conta circa 6 volte il numero dei posti disponibili in Sicilia, con 2400 strutture per 64 mila bambini. Lo stesso discorso vale per regioni come il Lazio, la Toscana e l’Emilia Romagna, che doppiano la Sicilia per strutture attive.

Famiglie siciliane abbandonate dallo Stato

La mancanza di asili nido grava sulle famiglie, costrette a scendere a compromessi e sacrifici per la cura dei figli. Quando non c’è la disponibilità economica per rivolgersi a strutture private, il rischio che si corre è quello di dover rinunciare al proprio lavoro. Moltissime sono le donne che rimangono incastrate in questo meccanismo, ritrovandosi costrette a dedicarsi alla cura della casa e della famiglia a tempo pieno, senza possibilità di ricevere alcun tipo di supporto dallo Stato.

Strutture inagibili

Altra annosa questione riguarda l’inadeguatezza delle strutture. Gli asili, quando ci sono, sono infatti non a norma e parzialmente agibili e di rado rispondono ai canoni delle normative di sicurezza previste per le istituzioni scolastiche.

L’Osservatorio Civico sulla sicurezza a scuola di “Cittadinanzaattiva” ha condotto degli studi specifici su questo tema, e ha prodotto un rapporto in cui si evidenziano alcuni dati significativi: in Sicilia l’8 % degli asili nido si trova in costruzioni realizzate prima del 1975, il 39 % in strutture costruite dopo il 1976 mentre il 53 % delle strutture contattate non ha risposto al quesito.
Appare evidente come in materia di sicurezza la Sicilia rimanga ben al di sotto degli standard medi italiani.

Il problema degli asili nido è solo una delle tantissime espressioni del costante definanziamento e depauperamento del territorio siciliano. Lo Stato italiano persevera con un modello di gestione delle risorse che va ad acuire sempre più il divario economico e sociale tra Nord e Sud.

Anche all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è previsto un piano di investimenti per asili nido, scuole dell’infanzia e servizi di educazione per la prima infanzia. Sarebbe logico supporre che questi fondi andrebbero investiti per implementare il servizio e rendere funzionali le strutture già attive. Ma sappiamo che la logica in queste circostanze conta ben poco e che senza una volontà politica di crescita tutti i fondi del mondo non basterebbero a colmare il divario esistente.
Come sempre, nelle logiche del profitto e delle gerarchie dei territori, a pagare le care conseguenze saranno ancora una volta le famiglie siciliane.

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