Terna, il Mase autorizza il secondo tratto del Tyrrhenian Link

Terna, il Mase autorizza il secondo tratto del Tyrrhenian Link
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha autorizzato con il decreto del 5 settembre 2023 il progetto definitivo per la realizzazione della seconda tratta del Tyrrhenian Link.

L’infrastruttura energetica, che collegherà il polo siciliano di Termini Imerese a quello sardo di Quartu Sant’Elena, rappresenta il tratto ovest delle due linee elettriche sottomarine in corrente continua con un totale di 970 chilometri di collegamento e 1.000 megawatt di potenza per ciascuna tratta.

A seguito dell’approvazione lo scorso autunno  del progetto per il “Ramo est” dell’elettrodotto sottomarino, che sorgerà tra Sicilia e Campania, si completa così l’iter burocratico di quella che viene definita “un’opera essenziale ai fini della transizione ecologica” e di grande importanza per la sicurezza del sistema elettrico italiano.

Per l’intera opera Terna investirà nei prossimi anni circa 3,7 miliardi di euro, coinvolgendo nella sua realizzazione 250 imprese.

 

Cosa si nasconde dietro alla transizione energetica?

L’agenda politica dei governi mondiali prevede tra gli obiettivi degli Stati e delle multinazionali un sempre più significativo abbandono dell’energia fossile – ossia quella prodotta da combustibili come petrolio, gas, carbone – per sostituirla con le fonti di energia rinnovabile, ovvero legate a fenomeni naturali come vento, acqua, onde, luce solare o riutilizzo di materiali organici (biomassa).

Stiamo parlando della cosiddetta transizione “energetica” o “ecologica”. Tanto che istituzioni, aziende e imprese di ogni sorta hanno già inserito questo aggettivo all’interno di tutte le loro campagne pubblicitarie e comunicative, ma solo per continuare a trarre profitti in nome della svolta green e della sostenibilità.

Perché la transizione ecologica è a tutti gli effetti un’enorme bugia. Ad esempio, secondo il report dell’Istituto Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile, nel 2022 tra sussidi e investimenti il comparto fossile è stato rifinanziato per la cifra record di 1,4 trilioni di dollari.

E il processo di riconversione che viene spacciato per “green” è invece l’ennesimo sfruttamento intensivo ed estensivo dei nostri territori per produrre energia “pulita”.

Le stazioni del Tyrrhenian Link a Termini Imerese completano l’investimento di Terna in Sicilia per modernizzazione e digitalizzazione della rete di distribuzione dell’energia, al fine di utilizzare la produzione proveniente dalle immense distese di campi eolici e fotovoltaici che imprese locali, nazionali e multinazionali vogliono realizzare (lo stanno già facendo) in tutta l’isola.

Le fonti energetiche saranno diverse, ma con lo stesso modello di produzione volto alle necessità del mercato piuttosto che a quelle del territorio.

 

Venti di guerra, venti di saccheggio dei territori

In questi ultimi anni in Europa si è molto discusso di energia e della cosiddetta “crisi energetica”. Questa ennesima “crisi” ha avuto un ruolo da protagonista nella guerra russo-ucraina e proprio a causa di questa ha subito un’escalation e un’accelerazione. Non è tutto però. Sull’energia in tanti hanno visto un’occasione imperdibile di profitto. In questo scenario si inserisce infatti la grande beffa del “sostenibile”, dell'”ecologico”, del “green”: nuove etichette che fingono di cambiare il paradigma del consumo energetico continuando a massimizzare i profitti.

Sembra, ma ne siamo certi, che l’interesse – oggi ancora piú grande con la (ri)messa in campo della mega-opera del Ponte sullo Stretto – sulla nostra terra continui ad aumentare. Quella terra già fortemente colpita dagli interessi coloniali dello Stato italiano: lo dimostrano le 38 basi militari (anche NATO e Usa), i grandi petrolchimici e raffinerie, l’emigrazione di massa a cui assistiamo ogni anno.

Un interesse, un piano, a cui bisogna reagire lottando contro la distruzione del nostro territorio. Alziamo la testa contro chi vuole relegarci a una condizione di subalternità.

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