Progetto Sicilia Terra Mia: alla scoperta del patrimonio dialettale

Progetto Sicilia Terra Mia: alla scoperta del patrimonio dialettale
L’asilo A.M. Gagliano di San Vito Lo Capo ha realizzato il Progetto Sicilia Terra Mia, finalizzato alla conoscenza delle storie della cultura popolare siciliana e alla scoperta del patrimonio dialettale.

Ci sono stati anni in cui ai bambini veniva chiesto di non parlare il siciliano, finanche di dimenticarlo, perché considerato rozzo, volgare, rispetto al fantomatico modello di eleganza linguistica (se così si può dire) d’oltre isola.

Ciò ha generato almeno una generazione dimentica della propria lingua e vergognosa, in modo più o meno consapevole, del proprio costume. Troppo distante nel tempo dalle proprie origini per riesumarle, e troppo vicino al prototipo italiano lanciato dai media per metterlo in discussione, il siciliano medio – nato e cresciuto tra gli ‘80 e i ‘90 – ha vissuto da ibrido: né italiano né siciliano.

 

Il progetto Sicilia Terra Mia

Oggi il trend sembra invertirsi. E alcune esperienze ci mostrano che anche la scuola protende verso l’idea di fornire ai più giovani un’educazione “sostenibile” (per usare un termine di gran moda), improntata alla conoscenza del proprio patrimonio culturale come base per la costruzione di un’identità collettiva solida e univoca.

In perfetta sintonia con questa tendenza si posiziona il Progetto Sicilia Terra Mia, realizzato presso l’asilo A.M. Gagliano di San Vito Lo Capo. «Il progetto – afferma la maestra Maria – è finalizzato alla conoscenza delle storie della cultura popolare siciliana e mira alla scoperta del patrimonio dialettale, dei miti e delle leggende di cui la nostra tradizione è ricca».

Il progetto si è sviluppato attraverso la lettura delle storie di Giufà, anche in lingua siciliana, personaggio popolare credulone e privo di malizia.

 

Il frutto impalpabile del progetto: l’identità siciliana

«I bambini hanno disegnato i racconti ascoltati a scuola e i loro disegni sono confluiti in un libro. Nelle ore dedicate alla religione abbiamo letto le preghierine in siciliano, un misto di suoni parole ed emozioni che è uno dei più grandi patrimoni tramandati dalle nonne siciliane ai propri nipotini».

«A casa – continua la maestra – i bambini hanno imparato dai loro genitori una frase in siciliano che abbiamo poi scritto in un cartellone e commentato in classe». Un tamburello raffigurante il faro di San Vito Lo Capo e il libro dei disegni sono il prodotto tangibile dell’impegno profuso da bambine, bambini e maestre.

E poi c’è il frutto impalpabile di questo percorso, che è l’identità siciliana: nutrita, coltivata ed esercitata affinché i bambini di oggi, indipendentemente dal loro futuro percorso, si riconoscano, domani, come siciliani.

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