Palermo, lavoratori ReSet: NO alla cassa integrazione

Palermo, lavoratori ReSet: NO alla cassa integrazione
La ReSet (Rete Servizi Territoriali Palermo), società Consortile per azioni del Comune di Palermo, sta preparando la procedura di cassa integrazione per 979 dipendenti su 1344. La volontà di attivare la procedura deriva dalla mancanza di fondi della società. Ma i dipendenti non ci stanno.

 

NO alla cassa integrazione

Per i lavoratori della ReSet la situazione non è delle migliori. Già adesso hanno un contratto part-time di 34 ore settimanali e questo non gli garantisce una remunerazione soddisfacente. La cassa integrazione li costringerebbe a una situazione economica di maggiore ristrettezza. Un grave disagio economico e sociale per quasi mille nuclei familiari che peggiorerebbe i servizi di pulizia di competenza della ReSet all’interno del capoluogo siciliano.

L’ipotesi di cassa integrazione fa comodo alla società palermitana, che oggi risente di gravi criticità di bilancio. Mettere i lavoratori in cassa integrazione significa risparmiare sui costi degli stipendi, ma così facendo verrebbe fortemente ridimensionato il servizio che i 976 dipendenti fino ad ora hanno svolto. Il Comune di Palermo si era impegnato a colmare il buco di bilancio da 4 milioni per cambiare il contratto dei lavoratori da part time a full time. Una promessa che avrebbe migliorato la situazione economica dei lavoratori e il servizio che la ReSet rende. Le promesse fatte, però, non sono state mantenute. Al contrario, la situazione sta peggiorando.

La malagestione del comune di Palermo

Il sindaco Leoluca Orlando durante un’intervista ha confermato che: «la misura della cassa integrazione Covid è necessaria per un equilibrio di bilancio». «Dichiarazione quest’ultima paradossale – aggiunge, invece, Barone (del sindacato Asia) – considerando che questo ammortizzatore è stato concesso dallo Stato esclusivamente per un problema sanitario e non certo per compensare bilanci pubblici».

Invece di tentare di arginare i problemi delle partecipate comunali utilizzando misure che danneggiano i lavoratori, Orlando dovrebbe forse guardare al suo operato e ammettere le sue colpe e fare quello che andrebbe fatto: bloccare la procedura di cassa integrazione. In questo momento, però, a guardare l’increscioso operato di altre partecipate, quali Rap e AMAT, quella di ReSet ci sembra solo l’ennesima storia di malagestione che coinvolge il comune di Palermo.

AGGIORNAMENTO (ore 17.10)

Arriva nel pomeriggio di domenica la notizia che il Comune di Palermo avrebbe reperito 2,4 milioni di euro dal bilancio. Questo permetterà a tutti i 1300 operatori Reset di continuare il proprio operato senza decurtazioni dello stipendio o tagli all’orario di lavoro. Il tutto con effetto immediato, già da domani, infatti, i lavoratori torneranno all’opera, lo annuncia l’amministratore unico della società Antonio Perniciaro Spatrisano. Una vittoria per i lavoratori, che scongiura una bruttissima situazione che sarebbe stata ancora più disastrosa in questo momento di grave crisi economica e sociale.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *