La Valle delle morti operaie

La Valle delle morti operaie

Una volta, tanto tempo fa, la Sicilia si divideva in tre Valli: Valdemone, Val di Noto, Val di Mazzara. Oggi, al loro posto, sono spuntate le valli tossiche, sature di veleni e disseminate di morti per cancro. Una di queste è la Valle del fiume Mela che si apre, diciamo così, sulle raffinerie di Milazzo. La Valle del Mela ha ospitato in passato, e per diversi anni, una fabbrica di eternit. Dei suoi 212 operai, 135 sono morti di tumore a seguito del contatto con le fibre di amianto.
La Sacelit, è questo il nome della fabbrica di eternit, faceva parte del gruppo Italcementi della famiglia Pesenti, “signori del cemento” che sin dai primi anni del ‘900 hanno occupano le prime file della Confindustria italiana. La Sacelit venne fondata nel 1958 e rimase in attività fino al 1993, un anno dopo l’entrata in vigore della Legge 257 per la dismissione dei prodotti contenenti fibre di amianto. A partire dagli anni ’60 del Novecento, si sono registrate in media tre morti di ex-operai
all’anno. A più di vent’anni dalla sua chiusura, la Sacelit continua ancora oggi a mietere vittime tra gli operai, ormai in pensione. Il caso più recente, il 135°, è quello di Fortunato Scilipoti, morto alcuni giorni fa, per il solo fatto di avere per 26 anni scaricato dai treni i sacchi di fibre destinati alla Sacelit.
Il comitato nazionale per le vittime di amianto, è riuscito in diverse occasioni ad ottenere qualche risarcimento per le famiglie delle vittime. Il fondo per le vittime dell’amianto istituito presso l’INAIL ha esteso le proprie prestazioni economiche in via sperimentale fino al 2017 ai malati di mesotelioma, un tumore polmonare che non perdona. Però questi “risarcimenti” non giungono fino alla Valle del Mela: qui, perfino le promesse di cure e di controlli sanitari sull’area interessata, perfino la protezione delle persone esposte alle fibre tossiche, perfino i miseri indennizzi solo annunziati, rimangono lettera morta con la scusa della mancanza di fondi all’Asp 5 di Messina.
Nonostante il bilancio delle morte operaie nella Valle sia di giorno in giorno più drammatico, il governo nazionale ha deciso di collocare proprio nella stessa Valle un bel termovalorizzatore capace di smaltire 500 mila tonnellate di rifiuti l’anno, pari al totale dei rifiuti delle province di Catania, di Messina e di Enna. Nei mesi scorsi, migliaia di persone si sono mobilitate per respingere questa ennesima angheria; una mobilitazione volta a impedire che le popolazioni continuino a morire e ad ammalarsi per colpa degli interessi economici che fanno proliferare le fonti di inquinamento territoriale. Gli abitanti della Valle del Mela, e non solo loro, respingono le politiche economiche ed ambientali che alla salute delle persone e dell’ambiente antepongono il profitto. Per i signori dell’immondezza, delle nubi tossiche, delle sostanze cancerogene, dei veleni di ogni tipo, la Sicilia è soltanto un territorio di caccia.

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