Finalmente finite le #fantamministrative

Finalmente finite le #fantamministrative
L’ultima tornata elettorale per le amministrative in Sicilia, passerà alla storia per il caos nelle sezioni e le difficoltà nella stesura di graduatorie sufficientemente attendibili, sia per quanto riguarda le liste, che gli eletti al Consiglio Comunale e alle Circoscrizioni. A Messina la prima seduta dell’assemblea elettiva si è svolta un mese mezzo dopo il giorno delle elezioni, mentre a Palermo i conteggi si sono protratti di molto oltre le attese. Non c’è alcun dubbio che la poca appetibilità a ricoprire i ruoli di presidente, segretario e scrutatori di seggio, a causa della scarsa retribuzione, abbia potuto fare accedere a quei ruoli persone inesperte.  Ma è sicuramente anche vero che la drastica riduzione del personale dei Comuni abbia lasciato sguarniti anche gli uffici elettorali.

 

L’interruzione della politica amministrativa

Per entrambe le due più importanti città siciliane interessate alle elezioni, la politica amministrativa è terminata a inizio anno. A Messina a causa della decisione dell’ex sindaco Cateno De Luca di dimettersi per candidarsi alla Presidenza della Regione e a Palermo all’indomani dell’approvazione in Consiglio Comunale del Piano di Riequilibrio che avrebbe dovuto tirare fuori l’ente locale dalle secche della crisi contabile (in realtà, abbiamo già visto come quel testo liquidato dall’aula presenti falle tali da essere stato rimandato indietro dalla Commissione ministeriale chiamata a esaminarlo). Da inizio anno, dunque, all’autunno, stagione nel corso della quale realisticamente riprenderanno i lavori d’aula, si può dire che sia stata interrotta l’attività amministrativa dal punto di vista della rappresentanza politica.

Sembrerebbe uno scandalo, uno scenario da sospensione della democrazia, se per quasi un anno (e si può dire poiché adesso tutto il quadro politico sarà impegnato nella nuova tornata per le Regionali) il lavoro del Consiglio Comunale viene ridotto a poco più che la normale amministrazione. Sembrerebbe uno scandalo, e così sarebbe percepito dalla città, se il Consiglio Comunale avesse ancora un ruolo. Nei fatti, invece, le sue prerogative sono sempre più sfumate. I Consigli Comunali, il più delle volte, sono chiamati ormai a sancire automatismi e decisioni prese altrove, dalla Giunta Comunale, ad esempio, o, ancora più lontano, dal Governo regionale o nazionale.

 

Cosa resta delle amministrative?

Il meccanismo dei ricorsi, che accompagna tutte le elezioni e che accompagnerà anche questa, sia tra le liste che all’interno delle liste, ci dice, forse, a cosa siano ridotte ormai le elezioni amministrative. A un gioco di ruolo, a un grande gioco di ruolo cui gran parte della città partecipa. Migliaia di candidati, uno per ogni famiglia, uno per ogni comitiva, vengono mobilitati alla ricerca di voti, spesso senza alcun nesso con la politica e il più delle volte senza alcuna possibilità di successo. Solo per la ridefinizione corporativa degli equilibri tra i vari portatori di interesse all’interno delle città. 

A Messina un gruppo di professionisti della comunicazione ha inventato il #fantazanca, un gioco associato alle elezioni nel quale ogni squadra di concorrenti sceglieva dei politici impegnati nella campagna elettorale ai quali veniva chiesto di compiere delle azioni, a ognuna delle quali veniva associato un punteggio. Un’idea divertente, forse, ma probabilmente inutile poiché le elezioni amministrative erano già il #fantamministrative.

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