Emergenza casa, sempre più sfratti in Sicilia

Emergenza casa, sempre più sfratti in Sicilia

Pigghia e sparti, pane, casa e travagghiu. Picca è, ma si spartemu n’abbasta… sparti, sparti, c’è cu mancia e cu talia senza manciari.
Nel corso degli ultimi decenni – complice la crisi e la gestione delle risorse pubbliche da parte di ministri, governatori e amministratori – il sistema di sostegno familiare che ancora garantiva la sussistenza a tanti siciliani sul territorio regionale si è quasi del tutto esaurito. Senza trovare un ricambio nella maggiore erogazione di welfare e ammortizzatori sociali: allo stato attuale la popolazione siciliana è costretta a misurarsi sempre più con l’impoverimento, la disoccupazione e l’abbassamento della qualità della propria vita. Scottante è il tema dell’emergenza abitativa: questione così calda, che nessuna figura istituzionale sembra volersene preoccupare, adesso che l’inverno mette a dura prova migliaia di persone senza casa o a rischio di sfratto in tutta l’isola.
Alle soglie del nuovo anno, infatti, un siciliano su due si avvicina alla marginalità sociale. Nella sola città di Palermo, sono duemila gli iscritti alle liste di emergenza abitativa, diecimila le persone che attendono da anni in graduatoria l’assegnazione di un alloggio, mille i nuclei familiari sfrattati nel 2017; a Catania nel 2016 le richieste di esecuzione di sfratto sono state 8.478, secondo i dati del Dipartimento di Scienze politiche e sociali su dati dell’Istat, e la metà delle famiglie del capoluogo etneo vive con un reddito inferiore ai 15.000 euro l’anno. Dati che fotografano una realtà dura, con la quale sempre più nuclei familiari si confrontano, in tutta la regione. La maggior parte delle persone rischia lo sfratto per morosità incolpevole, condizione di impossibilità nel pagare il canone di affitto, dovuta alla disoccupazione e alla carenza di reddito.
Come mai neanche in tempo di campagna elettorale, la politica istituzionale prende parola sul tema? Che nessuno, tra coalizioni, partiti e partitini, voglia accaparrarsi i voti dei tanti, esclusi, risucchiati nel vortice dell’emergenza sociale, sfiduciati dalle figure di uno stato centrale distante e che sembra voler fare a tutti i costi la guerra contro i poveri? Giusto oggi, per ordine del ministro dell’interno Marco Minniti, nel quartiere di Ciaculli a Palermo due nuclei familiari sono stati sgomberati da una palazzina che avevano occupato a scopo abitativo in mancanza della possibilità di pagare un affitto, come accade in migliaia di altri casi analoghi. Sono stati sgomberati stamattina, nel silenzio delle istituzioni cittadine. E con loro, centinaia di famiglie rischiano quotidianamente di subire uno sfratto esecutivo e di restare senza casa, prive di risposte da parte dell’amministrazione. A dire il vero, dal Comune di Palermo, a seguito del decesso di tre senza tetto a causa del freddo nelle ultime settimane, arrivano dichiarazioni di messa in campo di interventi tampone per l’emergenza: percorsi di inserimento personalizzato per le famiglie, apertura di dormitori e strutture di accoglienza… Provvedimenti che certo non risolvono la causa strutturale dell’emergenza abitativa, ma provano ad arginarne le conseguenze, mentre le soluzioni nel frattempo sembrano essere delegate all’iniziativa dei privati, singoli e associazioni, o dei volontari che fanno lavoro di assistenza sul territorio ai senza fissa dimora. Ma come può soltanto la dimensione dell’assistenza e della solidarietà risolvere una vera e propria emergenza che riguarda migliaia di persone, che rischiano quotidianamente di subire uno sfratto e di ritrovarsi senza casa?
Sembra evidente come la realtà siciliana necessiti di soluzioni reali e concrete: sospendere gli sfratti, procedere con le assegnazioni degli alloggi popolari, garantire un diritto insomma, fondamentale come quello all’abitare.

Un pensiero su “Emergenza casa, sempre più sfratti in Sicilia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *