Ridimensionamento scolastico: i territori bocciano la Regione

Ridimensionamento scolastico: i territori bocciano la Regione
Dopo le proteste a Ballarò per il possibile accorpamento dell’Istituto Nuccio-Verga all’Istituto Lombardo-Radice, parte la polemica anche sulle Madonie per la soppressione dell’Istituto Comprensivo “21 Marzo” di Petralia Sottana.

Le proposte di accorpamento e soppressione sono state avanzate nell’ambito del processo di ridimensionamento scolastico regionale. Processo annualmente previsto dalla normativa vigente e rivolto alla rimodulazione organizzativa delle scuole con numero di alunni inferiore alla soglia minima prevista dalla legge nazionale. La relativa procedura prevede che l’amministrazione regionale prenda atto delle proposte formulate a livello territoriale dal Tavolo scolastico provinciale, del quale fanno parte amministrazioni comunali, organismi sindacali e rappresentanti istituzionali della scuola.

Le scelte prese quest’anno hanno trovato la ferma opposizione di enti locali e cittadini. A Palermo, nel quartiere di Ballarò, a dire “No” sono soprattutto i genitori dei piccoli alunni, i residenti e le associazioni che lavorano sul territorio; nelle Madonie la protesta è portata avanti dall’Unione dei Sindaci.

 

Il caso di Ballarò

In riferimento all’Istituto comprensivo statale Nuccio-Verga è stato proprio il Tavolo provinciale di Palermo ad avanzare la proposta di accorpamento con l’istituto comprensivo Lombardo-Radice in corso Calatafimi. Decisione presa «anche in considerazione della progressiva flessione del numero degli alunni e della conseguente assenza, ormai da più anni, di un dirigente scolastico titolare». L’amministrazione regionale, acquisita la proposta, ne ha autorizzato l’esecutività.

Ma sono subito scoppiate le polemiche e, dopo un incontro in videoconferenza tra le parti, in cui sono state esaminate tutte le criticità legate alla scelta di unire le due scuole, pare esserci stato un passo indietro. L’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla ha fatto sapere che chiederà al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi il “congelamento” dell’accorpamento.

 

Gli effetti del ridimensionamento scolastico nelle Madonie

Per quanto riguarda i comuni delle Madonie, il decreto di ridimensionamento scolastico dell’assessore Lagalla ha determinato la soppressione dell’Istituto Comprensivo “21 Marzo” di Petralia Sottana – che ingloba le scuole di Alimena e Geraci Siculo.  Il decreto prevede anche lo smembramento del comprensivo “Oddo” di Caltavuturo, al quale viene tolta la scuola di Scillato che andrebbe con il neo Istituto di Collesano.

La proposta avanzata invece dal Comune di Caccamo di accorpare i due istituti superiori presenti nel proprio comune in un unico Istituto autonomo, lasciandole sedi staccate degli istituti di Termini Imerese, è stata del tutto ignorata.

La Giunta dell’Unione dei Comuni madoniti, già lo scorso 24 febbraio, in vista della pubblicazione del decreto, aveva chiesto all’Assessore di mantenere la rete scolastica attuale. Ma niente da fare. Il 10 marzo è stato pubblicato il decreto che conferma il piano di ridimensionamento così come ipotizzato nel mese di novembre del 2020, quando però erano in vigore altre direttive che dettavano le scelte da compiere.

Dal novembre 2020 a ora infatti è stata inserita una deroga, prevista dalla legge di stabilità, che consente, per il prossimo anno scolastico, di mantenere autonome le istituzioni con almeno 300 alunni. Il Decreto regionale non ha tenuto conto della norma statale che ha abbassato la soglia – e i Sindaci pensano già alla possibilità di impugnarlo.

Una delegazione di sindaci, guidata dal presidente dell’Unione Pietro Macaluso e dall’assessora Daniela Fiandaca, chiederà un incontro a Lagalla per rappresentargli anche lo stato di disagio e le proteste dei cittadini. La delegazione chiederà un incontro anche al Presidente della Regione Nello Musumeci, al Presidente dell’ARS Gianfranco Miccichè e ai capigruppo all’Ars.

 

L’istruzione non è una questione di numeri

Sia nel caso dell’Istituto Nuccio di Ballarò che nel caso delle scuole delle Madonie oggetto di critica è lo stesso principio: non si possono prendere decisioni in campo di istruzione che tengano conto genericamente solo dei numeri e non delle specificità che presentano i territori.

A Palermo è Sos Ballarò – un’associazione che opera nel quartiere da anni – a sottolineare lo stretto legame fra scuola e territori: «Investire in un’istituzione scolastica come l’Ics Nuccio, che punta sulla comprensione e sull’ascolto dei bisogni del territorio, significa investire su istruzione ed educazione come leve fondamentali per la ripresa e la crescita dell’Albergheria, più che mai necessarie in questi mesi difficili».

L’Unione delle Madonie ha chiesto all’assessore all’istruzione Roberto Lagalla di rivedere il piano di ridimensionamento scolastico tenendo conto delle esigenze degli alunni e delle famiglie.

Oltre ai casi già citati, c’è poi quello dell’Istituto di Ustica che dovrebbe essere soppresso e accorpato con il Convitto Falcone. Non è un caso che a essere colpite siano aree geografiche particolari e fragili: isole, aree montane interne, quartieri popolari. Qui i tassi elevati di emigrazione – uniti alla dilagante dispersione scolastica – fanno si che gli Istituti non raggiungano le soglie minime previste per rimanere autonomi. Ma la soppressione e l’accorpamento delle scuole non possono essere decisi seguendo dettami nazionali che tengono conto esclusivamente di indici matematici – come fossero aziende – e ignorano invece le specificità geografiche, socio-economiche e culturali dei singoli territori.

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