Una vittoria annunciata

Una vittoria annunciata

Lo avevano anticipato le piazze nei mesi pecedenti, con le contestazioni fatte a Renzi a Palermo e Catania, che il verdetto sarebbe stato inequivocabile, nonostante le numerose visite nell’isola e la chiusura della campagna referendaria proprio a Palermo. I numeri infatti parlano chiaro: a votare è stato oltre il 56,75 % della popolazione siciliana, una grande affluenza alle urne tutte a favore del No,affermatosi ad un livello plebiscitario con 4567 sezioni su 5300 a favore, con una percentuale che si attesta a più del 70%.  Maggiore il numero dei votanti a Ragusa con oltre il 60 %, seguita da Messina col 59 %, Siracusa, Trapani ed Enna al 56 % e nel capoluogo col 55 %.

Il dato che però risalta agli occhi è che Palermo si conferma la capitale del No, con il 72% dei votanti che ha bocciato il Governo e la sua riforma, contro un debolissimo 27% a favore del si. Anche Catania non è da meno: in città si è sfiorato il 75% di no (di preciso il 74,68%), mentre nella provincia si raggiunge persino l’82%. Un plebiscito secco giunto dall’isola dunque, che ha bocciato la riforma e il governo Renzi. Questi dati infatti confermano quanto, prima nelle piazze e poi nelle urne, la Sicilia e i siciliani abbiano espresso tutto il loro dissenso alle politiche scellerate di questo governo. Politiche che infatti non hanno fatto altro che scaricare la crisi sulle fasce più deboli della popolazione con riforme come il Jobs Act, la deportazione di massa dei docenti del Sud attuata con la Buona Scuola e, ancora, il tentativo di ledere le autonomie territoriali con la riforma costituzionale, tentando di sottrarre gli spazi, seppur ristretti, di autodeterminazione rimasti.

Le città siciliane, e non solo, intanto festeggiano la vittoria popolare per le annunciate dimissioni del governo tra i più antipopolari di sempre. Ieri presso Piazza Verdi, a Palermo, in centinaia si sono riuniti per festeggiare la disfatta del governo Renzi.

Da questa vittoria bisogna ripartire; da questo No è necessario che i territori ripartano.

 

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