Tutta la Sicilia contro il Ponte sullo Stretto

Tutta la Sicilia contro il Ponte sullo Stretto

Cresce in tutta la Sicilia la mobilitazione in vista del corteo No Ponte che si terrà il 26 luglio a Messina. Questa mattina in più località della Sicilia sono comparsi degli  striscioni contro la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Sul viadotto Himera, alla stazione centrale di Catania e di Palermo, in un teatro abbandonato a Caltagirone e a Lentini. A Messina, invece, da un palazzo occupato da famiglie senza casa.

“I soldi del ponte per infrastrutture e emergenze sociali” è la frase che campeggia su tutti gli striscioni esposti, una iniziativa simbolica e comunicativa realizzata da tutte le realtà locali aderenti alla Rete regionale No Ponte per mantenere alta l’attenzione sulla questione, per esprimere un secco NO alla progettazione e realizzazione di grandi opere inutili che portano con sè speculazioni, devastazione ambientale e spreco di fondi utilizzabili, invece, in maniera più proficua per il bene delle comunità. In relazione ai deficit presenti in termini di infrastrutture e trasporti ecco che a Catania lo striscione è stato esposto alla stazione centrale dei treni, come anche a Palermo oltre che nei pressi del viadotto Himera crollato nel 2015. Si ricorda infatti che la Sicilia detiene il primato per quanto riguarda le interruzioni della rete stradale dovute a lavori in corso, inizio e completamento dei lavori, manutenzione ordinaria e straordinaria e sensi unici alternati e guardando alla linea ferrata la maggior parte è a binario unico e la metà della stessa rete non è elettrificata; di qualche giorno fa è la notizia della sospensione per tutto il periodo estivo della circolazione ferroviaria sulla linea Palermo-Messina che creerà non pochi disagi. A Messina si è voluto porre l’attenzione sul tema delle emergenze sociali, come quello della casa, con l’esposizione di uno striscione presso l’ occupazione abitativa “Ex Foscolo” e che ha visto dunque la partecipazione degli stessi abitanti che si sono riconosciuti nelle istanze della Rete e ad essa hanno aderito. “Vogliamo le case. No Ponte”, scrivono a caratteri cubitali. La comunità di Lentini, in provincia di Siracusa, con l’esposizione dello striscione presso la tanto discussa discarica di Armicci ha voluto manifestare la propria contrarietà alla discarica e affermare la necessità di mettere in pratica un modello di sviluppo sostenibile del territorio. A Caltagirone, con l’esposizione dello striscione sulla facciata del teatro Semini ristrutturato, abbandonato subito e mai assegnato i riflettori vengono puntati sulla speculazione edilizia.
“I lavori per la realizzazione non sono nemmeno iniziati e già sono stati spesi 312 milioni di euro, certificati nei bilanci della società Stretto di Messina s.p.a.. Soldi che potevano esser investiti piuttosto che sprecati. Soldi che potevano essere, per l’appunto, utilizzati per migliorare la qualità della vita nei territori direttamente interessati dall’opera ma in generale nei territori dell’isola intera che è, dati alla mano, sempre più devastata e abbandonata. Uno scenario preoccupante è, infatti, quello che emerge dall’analisi del territorio siciliano in termini di servizi e infrastrutture al netto del quale risulta necessario affermare che ciò di cui la Sicilia ha bisogno è la messa in sicurezza dei territori e nuove infrastrutture” afferma Domiziana Giorgianni della Rete No Ponte.
Mercoledì 24 alle ore 10.30 presso la Sala ovale di Palazzo Zanca la Rete No Ponte ha indetto una conferenza stampa per lanciare ufficialmente l’appuntamento della manifestazione regionale del 26 luglio che alle ore 18.00 partirà da località Torre Faro (Messina) in via Circuito.
” Il 26 luglio la Sicilia che alza la testa, scenderà nuovamente in piazza per dire NO al ponte, allo spreco di risorse economiche e alla devastazione ambientale. Scenderà in piazza per affermare il diritto all’autodeterminazione e la necessità di un nuovo modello di sviluppo che veda al centro gli abitanti e le loro reali necessità ” continua e conclude Domiziana.

 

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