Sicilia, non chiamatele autostrade. Il Codacons chiede lo stop ai pedaggi

Sicilia, non chiamatele autostrade. Il Codacons chiede lo stop ai pedaggi
L’ultima singolare e pericolosa vicenda avvenuta ieri sulla A18, unita alla rabbia di coloro che utilizzano tutti i giorni le disastrate autostrade siciliane, ha portato il Codacons Sicilia a chiedere il blocco dei pedaggi.

 

Non chiamatele autostrade

Ieri un Tir, a causa di un guasto, si è fermato all’interno della galleria «Taormina» generando il blocco del traffico in direzione Catania. Questo è potuto succedere perché, nel tratto in questione, entrambi i sensi di marcia sono concentrati su un unica carreggiata. Se un’auto è costretta a fermarsi per un guasto in mezzo alla strada, il traffico rallenta. Ma se la sfortuna vuole che il guasto capiti a un Tir, per giunta dentro la galleria, si blocca completamente il flusso di auto che si muove nella stessa direzione.
Questi eventi sono ormai normalità sulle autostrade siciliane, in particolare sulla A18 nel tratto in cui incombe ancora la famosa frana di Letojanni. E il maltempo di questi giorni ha fatto solo riemergere alcune criticità tipiche che, però, mettono in serio pericolo i viaggiatori.

 

Le ragioni del Codacons

«Il Codacons [coordinamento siciliano delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, n.d.r.] Sicilia, che da anni denuncia, con diversi esposti, le pessime condizioni dei tratti autostradali chiede lo stop immediato ai pedaggi autostradali ed una task force per il monitoraggio e messa in sicurezza di tutte le autostrade siciliane».
«È doveroso chiedersi come siano stati appaltati i lavori e come siano stati realizzati» – commenta l’Avv. Carmelo Sardella, Dirigente dell’Ufficio Legale Codacons Sicilia. «È possibile che un nuovo manto stradale possa sbriciolarsi alle prime piogge? Ci aspettiamo che la magistratura fornisca le dovute risposte ai cittadini e alle decine di auto danneggiate in particolare nel tratto Roccalumera-Giardini, dove dall’ottobre 2015 si viaggia a senso unico alternato per l’ormai famosa frana di Letojanni».

 

Il malgoverno (infra)strutturale

Circa un mese fa era uscita una nota congiunta dell’Assessore delle infrastrutture Flacone e del Cas, in cui si annunciava la decisone (che doveva diventare operativa già a marzo) di non fare pagare il pedaggio di A20 e A18 ai proprietari di auto alimentate a biocarburante. E a rileggere, oggi, le dichiarazioni dell’assessore non può che venire da ridere.
«Era un impegno che il governo Musumeci aveva assunto circa sei mesi fa. Oggi lo manteniamo, facendo della Sicilia la prima regione d’Italia ad attuare una misura assai strategica, di forte valore socio-economico, sulle due principali autostrade dell’isola».

Viene da ridere – o da piangere – perché l’unico primato che ha la Sicilia in questo momento è il numero di tratti autostradali che dovrebbero essere chiusi al traffico perché in evidente stato di pericolosità. Sono 22 i viadotti ricadenti sulla A20 sequestrati dal tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto qualche settimana fa. Oggi il Ministero delle infrastrutture ha disposto la chiusura di 8 gallerie nel tratto che va da Villafranca ai caselli di Messina Sud-Tremestieri.
Certo, il Ministero dovrebbe occuparsi di tutte le tratte e non solo di quelle che gestisce il CAS. Anche l’A19 (in cui non è richiesto il pedaggio) è in condizioni da «terzo mondo».
Una situazione che da anni mette a rischio l’incolumità di lavoratori, studenti e viaggiatori che ogni giorno attraversano queste strade. Strade per cui viene addirittura chiesto di pagare un pedaggio. Un prezzo ingiustificabile per un servizio che di fatto non esiste.

 

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