Scandalo sanità: garantiti appalti milionari a colossi del Nord

Scandalo sanità: garantiti appalti milionari a colossi del Nord
A distanza di 24 h dalla scoperta del giro d’affari nell’ambito della sanità pubblica siciliana (ne abbiamo parlato qui) emergono già nuovi importanti dettagli. Pare, infatti, che alla base del sistema degli appalti ci fosse un patto tra grandi aziende del Nord e burocrati faccendieri siciliani.

 

I colossi del Nord coinvolti

In particolare, sarebbero coinvolte l’azienda energetica SIRAM, milanese; la Manutencoop, appartenente alle cooperative rosse emiliane; l’Euro&promos, gruppo friulano di proprietà dell’assessore regionale Bini, della giunta di Massimiliano Fedriga, presidente della regione appartenente alla Lega Nord.

 

Dentro ci sono tutti

La procura di Palermo – secondo quanto riporta il quotidiano «la Repubblica» – starebbe accertando che queste aziende hanno tratto beneficio dal sistema di corruzione scoperto in Sicilia, soprattutto la centrale unica degli appalti, che gestisce appalti per 3 miliardi di euro l’anno. Parliamo di farmaci, macchinari sanitari e servizi per la Regione.

Dentro ci sono tutti: manager delle aziende del Nord in questione, paladini dell’antimafia come Candela e il capo della centrale appalti Damiani. Nomi noti nell’era Crocetta, ma rimasti in auge nel governo Musumeci.

 

Gli appalti 

Uno degli appalti più delicati riguarda l’efficientamento energetico dell’Asp di Palermo, per un valore di 126 milioni di euro. Vinsero la gara d’appalto la SIREM di Milano e la Manutencoop di Bologna che costituirono una società di scopo per l’occasione.

E poi ancora, un appalto da 200 milioni di euro per la pulizia e la manutenzione dei locali dell’Asp palermitana. Alcuni lotti vennero aggiudicati alla società Euro&promos e alla società Pfe con sede a Milano, ma centrale operativa a Caltanissetta di Salvatore Navarra, coinvolto anche nell’indagine sul sistema montante.Un mega giro d’affari garantito da qualche mazzetta assicurata ai faccendieri. Giusto per ripagare il favore!

 

Mazzette ai siciliani e mega profitti al Nord

Si parla, quindi, di un’alleanza Nord-Sicilia. Diciamo noi, di un’alleanza tra i grossi detentori di capitali delle regioni del Nord – come Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli – con faccendieri e burocrati siciliani. Un sistema radicato, oleato, che non si abbatte con la retorica vuota della lotta alla corruzione. Anche perché, chi fa uso di questa retorica, chi costruisce carriere politiche su questo, alla fine risulta sempre invischiato.

 

Mandare a casa Musumeci. Abbattere questo sistema malato

Questa vicenda smentisce anche chi continua ad affermare che il problema in Sicilia siano i siciliani. Tutti corrotti, tutti criminali. Come si può vedere da quest’ultimo scandalo, il problema della Sicilia sono i politici siciliani e i loro tira piedi che, per qualche mazzetta, svendono la nostra terra per l’arricchimento altrui. E, come spesso accade, si tratta di precisi settori produttivi del Nord. Gli stessi che foraggia la Lega. Lo stesso partito che il Presidente siciliano ha accolto nel Governo della regione.

Musumeci, può continuare a far finta di essere immacolato. Ma la responsabilità politica di questo terremoto è la sua, perché lui ha garantito la continuità di queste logiche. È stato solo più bravo a non farsi beccare.

Chiedere le sue dimissioni, oggi, è importante, si, per liberare il governo siciliano dalla presenza della Lega Nord. Ma può essere un occasione per mettere in discussione tutto. Per mandare tutti a casa: burocrati, politici, dirigenti, faccendieri. È un’occasione imperdibile per tornare a dire cosa vogliamo noi, cosa crediamo serva veramente alla Sicilia e a chi ci vive. Un’occasione per scrivere un’importante pagina di storia siciliana. La manifestazione del 2 giugno, davanti il palazzo dell’Ars, sarà un momento fondamentale per uscire dall’atmosfera di disillusione e arrendevolezza in cui provano a rinchiuderci  e tornare finalmente all’attacco, determinati e protagonisti.

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