E adesso pure il termovalorizzatore! Note sul nuovo affare Leonardi

E adesso pure il termovalorizzatore! Note sul nuovo affare Leonardi
Pubblichiamo di seguito un nota diffusa dal  Coordinamento No discarica Armicci Lentini sul progetto di termovalorizzazione della Sicula Trasporti.
Su 390 comuni in Sicilia, ben 240 scaricano la loro Munnizza nella discarica della Sicula Trasporti tra Lentini e Catania… e ora arriva un nuovo affare dei Leonardi ai danni del nostro territorio!
Ecco le nostre note sul progetto di termovalorizzatore della Sicula trasporti dei Leonardi.

 

Un’area da preservare

È in corso di approvazione il progetto della Sicula Trasporti della famiglia Leonardi per la costruzione di un termovalorizzatore mediante gassificazione. Il gassificatore dovrebbe sorgere in contrada Coda Volpe affiancato agli impianti già esistenti per il trattamento dei rifiuti. Il territorio è quello di Catania, ma al limite del confine col territorio di Lentini.
Posto come riferimento il punto in cui dovrebbe sorgere il termovalorizzatore, nelle vicinanze si trovano:
-a poco più di 700 metri l’abitato della collina di Primo Sole
-a 2 Km l’abitato di Vaccarizza
-a 1 km in direzione Nord-Est, si trovano il SIC (Sito di Interesse Comunitario) Foce del fiume Simeto e lago Gornalunga e la AZP (Zona di Protezione Speciale) Biviere di Lentini, tratto mediano e foce del fiume Simetoe area antistante la foce.
-a quasi 2 Km la discarica di Grotte San Giorgio della Sicula Trasporti,
-a circa 2,5 km gli impianti della Sicula Compost.

 

Il progetto termovalorizzazione, una storia complicata

Il progetto fu presentato ed approvato nel 2009, ma furono realizzati solo gli impianti di trattamento dei rifiuti (anno 2011) e non il termovalorizzatore, la cui costruzione fu rimandata per non meglio specificati motivi relativi alla valutazione di  altre tecnologie di gassificazione. Nell’agosto del 2016 il progetto fu ripresentato con modifiche relative alla tecnologia utilizzata e all’altezza del camino e nel dicembre 2017 è presentata la Domanda di Valutazione lmpatto Ambientale (VlA) del progetto di modifica dell’impianto di gassificazione autorizzato con DRS 248 de l26 Marzo 2009.
Nel febbraio 2019 la Sicula Trasporti “non avendo evidenza dell’avanzamento della procedura autorizzativa, … in data 10/08/2018 ha richiesto l’attivazione del provvedimento autorizzatorio unico regionale di cui all’art.27-bis per il progetto in essere, ricomprendendo nello stesso provvedimento la sopracitata richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale ex art.23.” (Lettera della Sicula Trasporti all’Assessorato Territorio Ed Ambiente, Dipartimento Ambiente, Servizio 1 VAS-VIA dell’11 febbraio 2019)
A primi di aprile 2020, per quanto se ne sa – non essendo ancora pubblicati gli atti sul sito della Regione -, si è tenuta la prima conferenza dei servizi per discutere, appunto, del termovalorizzatore della Sicula Trasporti. Presenti la Sicula Trasporti, il Comune di Catania e la commissione VIA-VAS presieduta da Aurelio Angelini. La commissione dà “parere favorevole di compatibilità ambientale” ma con 5 prescrizioni per la ditta:

  1.  Aggiornamento di tutti parametri di trattamento e produzione (quantità e provenienza dei rifiuti trattati, quantità di gas, di vapore e di energia prodotta)
  2. adeguato piano di monitoraggio ambientale
  3. adeguato piano esecutivo di gestione delle terre che verranno sbancate.
  4. un adeguato studio degli impatti cumulativi esistenti in relazione alla realizzazione del progetto delle attività industriali esistenti in zona
  5. Piano di mitigazione ambientale con piantumazione alberi intorno all’area del termovalorizzatore.


La commissione VIA-VAS e Musumeci

Dal luglio 2019 a presiedere la commissione Via-Vas – composta da 23 membri nominati dall’assessore Cordaro – è, come detto, il prof. Aurelio Angelini.
Il professor Angelini è lo stesso che nel 2016, in una intervista a Timesicilia alla domanda del giornalista Aldo Penna – che sottolineava l’incoerenza con le direttive europee degli inceneritori proposti da Crocetta – rispondeva così: “Certo che siamo fuori dalle direttive europee ma – come abbiamo visto con gli inceneritori di Totò Cuffaro – la giustizia europea è lenta quasi quanto a quella italiana, ed è arrivata solo dopo 5 anni e solo dopo una denuncia presentata delle associazioni ambientaliste. Quanto ai piccoli inceneritori per ogni discarica, mi permetta di dire che sono delle grandi e stratosferiche cavolate che possono essere dette da venditori di stracci. In Europa si ‘viaggia’ verso la chiusura delle discariche e lo spegnimento degli inceneritori, per scelta europea e per l’impossibilità di smaltire o incenerire i rifiuti soggetti a riciclaggio”.

Nessun “peccato” a cambiare idea, ma certo che ce ne passa dal sostenere che le proposte di inceneritori siano «stratosferiche cavolate che possono essere dette da venditori di stracci» al ritenere che «il termovalorizzatore [di Leonardi] risulterebbe particolarmente vantaggioso» e che non abbia impatti ambientali.

Non solo, la Commissione sottolinea pure che in assenza di un nuovo Piano dei Rifiuti il termovalorizzatore risulta “coerente con quanto indicato sia dalla pianificazione in materia a livello regionale e provinciale”. Ma come, non si viaggiava “verso la chiusura delle discariche e lo spegnimento degli inceneritori”?
Ebbene il tutto si può spiegare con le parole di Musumeci in occasione della nomina della commissione VIA-VAS a cui il Presidente rivolge il suo augurio di «un lavoro prolifico, efficace e dai ritmi serrati, al servizio della nostra economia e di tutti quegli investimenti e di quei progetti sani che producono sviluppo e hanno importanti ricadute sul piano occupazionale».
Eppure la commissione dovrebbe dare valutazioni ambientali, verificare impatti e coerenza con le norme ambientali e non occuparsi di sviluppo e ricadute occupazionali. Il messaggio è chiaro: Musumeci vuole dalla commissione “un lavoro prolifico, efficace e dai ritmi serrati”, insomma, che non se la stessero a menare troppo e che procedessero a sfornare pareri favorevoli.
E la commissione, come si è visto, esegue.

La mancanza di un Piano dei rifiuti regionale, la politica del muoversi per emergenze, gli estesi livelli di corruzione, la colpevole mancanza di politiche di incentivazione e sensibilizzazione alla raccolta differenziata, la mancanza di centri di compostaggio, l’insignificante realizzazione di piattaforme cittadine di recupero, rappresentano nell’insieme le condizioni che permettono agli affaristi dei rifiuti e dell’energia di presentare progetti in netta contraddizione con i principi del rispetto dell’ambiente e della salute.
Musumeci, Pierobon, il fido Cocina e compari degli assessorati regionali stanno approfittando dell’emergenza Covid-19 per far passare “velocemente” e senza troppi problemi la gran quantità di progetti presentati dagli affaristi dei rifiuti e quelli dell’energia. E sta accadendo adesso, in piena emergenza covid-19 e anche grazie ad essa come dimostra ad esempio l’ordinanza per l’ampliamento “in deroga alle disposizioni vigenti” della ricettività delle discariche siciliane (ordinanza n. 1/Rif. del 27 marzo 2020).


Un investimento da 100 milioni di euro

Per costruire il suo termovalorizzatore, Leonardi della Sicula Trasporti dichiara di essere pronto ad investire 100 milioni di euro. Una scommessa rischiosa date le politiche di intensificazione e crescita della raccolta differenziata? Per niente. Leonardi investe, evidentemente, sulla certezza che la raccolta differenziata in Sicilia rimanga al massimo ad una media del 30% e che l’indifferenziata navighi sul 70% ed oltre. Se infatti le percentuali si ribaltassero – come avrebbe dovuto essere – sarebbe un investimento perso. Leonardi scommette che Regioni e Comuni non investiranno un euro per incrementare la raccolta differenziata, che nessuna seria politica, nessuna strategia amministrativa e culturale saranno predisposte affinché si raggiungano livelli di differenziazione dei rifiuti tali da rendere antieconomici inceneritori e allargamento di discariche e soprattutto ringrazia la Regione che gli invia i rifiuti di 240 Comuni siciliani.
240 sui 390 comuni siciliani, gli ultimi due, Lampedusa e Linosa, con D.D.G. n. 233 del 20 marzo 2020.


Il progetto della Sicula Trasporti

L’impianto di termovalorizzazione per gassificazione, secondo la Sicula Trasporti, è in grado di trattare termicamente la frazione secca proveniente dall’impianto di trattamento meccanico, il biostabilizzato proveniente dall’impianto di biostabilizzazione e i rifiuti indifferenziati provenienti dalla raccolta cittadina. (Sicula trasporti: PRO 001 Relazione tecnica generale opere elettromagnetiche).
Il progetto è consultabile nel sito della Regione:
https://sivvi.regione.sicilia.it/viavas/index.php/it/component/fabrik/list/28?integrazioni___id_integrazioni_raw=254&limitstart28=0&resetfilters=1


Qui di seguito riportiamo alcuni stralci tratti da “PRO001 relazione tecnica generale opere elettromeccaniche”.

Dati dell’impianto:
“Riepilogando i dati caratteristi dell’impianto sono i seguenti:
• Rifiuti trattati ……………………..……………………..……… 480 t/giorno
• Giorni operativi ……………………..……………………..….. 315 giorni/anno
• Rifiuti trattati ……………………..……………………..……… 151.200 t/anno
• Potere calorifico medio ……………………..………………. 12.000 kJ/kg
• Carico termico da rifiuti ……………………..………………. 66,67 MW
• Carico termico complessivo (rifiuti + coke) ……………. 73,92 MW
• Potenza elettrica generata da rifiuti …………………….. 16,7 MW
• Potenza elettrica generata complessiva ………………. 18,5 MW”

I rifiuti destinati all’impianto di gassificazione sono di tre tipologie e vengono conferiti all’impianto con differenti modalità:
la frazione secca in uscita dalle quattro linee dell’impianto di selezione viene scaricata in fossa rifiuti direttamente da un nastro trasportatore chiuso e pesato che collega il fabbricato della selezione con il fabbricato fossa rifiuti dell’impianto di gassificazione;
il biostabilizzato in uscita dall’impianto di biostabilizzazione viene scaricato in fossa dagli automezzi di trasporto una volta aperti i portoni della fossa;
il rifiuto solido urbano (RSU) proveniente dalla raccolta viene scaricato in fossa dagli automezzi della raccolta una volta aperti i portoni della fossa.

Gli automezzi di conferimento dei rifiuti in ingresso all’impianto vengono sottoposti alle procedure di accettazione qualitativa e quantitativa ed al controllo della radioattività, dopodiché accedono ad un piazzale di manovra per procedere con le operazioni di scarico nella fossa di stoccaggio.
La fossa è mantenuta in depressione grazie all’aspirazione dell’aria comburente necessaria alla combustione del gas di sintesi; in caso di fermo di entrambe le linee di gassificazione dell’impianto, e quindi di mancata aspirazione, interviene un sistema autonomo di emergenza per l’aspirazione e il trattamento dell’aria.
Tramite due carriponte, equipaggiati con benna a valve, è possibile movimentare e miscelare i rifiuti in fossa ed alimentare le due linee di gassificazione dei rifiuti.
Il processo in oggetto, prevede la produzione di un gas di sintesi, la successiva sua combustione con recupero di energia sotto forma di energia elettrica e termica e prevede le seguenti differenti fasi, mutuamente integrate:

– produzione del gas di sintesi (syngas) da rifiuti
– combustione dei rifiuti con recupero di energia termica
– depurazione dei fumi di combustione
– trasformazione dell’energia termica in energia elettrica e predisposizione per la cogenerazione di energia elettrica e termica.

 

La gassificazione

Il processo di gassificazione, diversamente dalla combustione, avviene in difetto di ossigeno e con temperature di funzionamento variabile all’interno del gassificatore da circa 500°C a circa 1600°C.
I principali costituenti del syngas in uscita dal gassificatore sono i seguenti:
• monossido di carbonio (CO),
• anidride carbonica (CO2),
• idrogeno (H2),
• metano (CH4),
• acqua (H2O),
• azoto (N2),
• idrocarburi leggeri,
• idrocarburi pesanti (TAR),
Il Syngas proveniente dal gassificatore è introdotto in una camera di combustione indipendente dove le condizioni operative di funzionamento sono comprese all’interno dell’intervallo di temperatura di 950 – 1100°C; tali condizioni operative permettono di generare una minore quantità di diossine rispetto alla combustione diretta dei rifiuti.

Il principale aspetto ambientale derivante dal trattamento termico dei rifiuti è costituito dall’emissione di polveri e sostanze inquinanti nell’atmosfera, in fase gassosa o sotto forma di vapore, classificabili come macro-  e   micro-inquinanti.
L’abbattimento delle polveri viene assicurato da due stadi di filtrazione a maniche in serie.
L’abbattimento di NOx avviene in due stadi: il primo, di riduzione non catalitica (SNCR – selective non catalytic reduction), mediante l’iniezione di soluzione ammoniacale al 24% nel generatore di vapore; il secondo, di riduzione catalitica (SCR – selective catalytic reduction), iniettando la medesima soluzione nel reattore posto in coda al sistema depurazione fumi (tail end).
La rimozione dei gas acidi avviene grazie ad un duplice sistema a secco con iniezione di calce idrata e di bicarbonato di sodio.
L’abbattimento dei metalli pesanti e dei microinquinanti organici viene realizzato mediante l’aggiunta di carboni attivi. L’iniezione può essere effettuata unitamente a quella della calce idrata e, se necessario, a quella del bicarbonato di sodio, per ottimizzare la dispersione all’interno della corrente dei fumi da depurare.

 

SIA012 Impatto delle emissioni sulla componente atmosfera

Punto 4.1.1: “Nel SIA 4.0 si riassumono i risultati dello studio diffusionale. Si nota come i valori massimi di ricaduta per le diverse sostanze analizzate risultano sempre inferiori sia ai valori di massima ricaduta valutati per la configurazione attualmente autorizzata, sia ai limiti normativi vigenti in materia di qualità dell’aria.
A fronte dei risultati dello studio diffusionale, si rende evidente che le modifiche progettuali non hanno “notevoli ripercussioni negative sull’ambiente”. Infatti, pur evidenziandosi tra i dati progettuali modificati l’aumento del flusso di massa del camino dell’impianto (punto di emissione E1), lo stesso dato non trova alcun riscontro diretto nell’identificazione dell’impatto in atmosfera gli impatti ad esso correlati.”

 

Analisi della significatività del parametro flusso di massa

Punto 4.1.3: Inoltre, volendo ulteriormente dimostrare la non significatività dell’entità della variazione del parametro flusso di massa, si riporta di seguito anche la disamina della definizione di “modifica sostanziale” così come riportata nella normativa nazionale e nelle principali normative regionali prese a riferimento, con particolare riferimento al flusso di massa.

Gli impianti di gassificazione ricadono nell’attività IPPC 5.2 “Smaltimento o recupero dei rifiuti in impianti di incenerimento dei rifiuti o in impianti di coincenerimento dei rifiuti per i rifiuti non pericolosi con una capacità superiore a 3 tonnellate l’ora”. Secondo quanto previsto dalla normativa nazionale (art.5 c. lettera l bis) si configura come modifica sostanziale di un progetto, opera o di un impianto “la variazione delle caratteristiche o del funzionamento ovvero un potenziamento dell’impianto, dell’opera o dell’infrastruttura o del progetto che, secondo l’autorità competente, producano effetti negativi e significativi sull’ambiente (o sulla salute umana). In particolare, con riferimento alla disciplina dell’autorizzazione integrata ambientale, per ciascuna attività per la quale l’allegato VIII indica valori di soglia, è sostanziale una modifica all’installazione che dia luogo ad un incremento del valore di una delle grandezze, oggetto della soglia, pari o superiore al valore della soglia stessa” .
Nel caso del progetto di modifica dell’impianto di gassificazione, la “soglia” è identificata dalla capacità di trattamento (200.000t/a), il cui valore non viene modificato. Il parametro impiantistico sottoposto a variazione è il flusso di massa degli inquinanti. Non si hanno riferimenti sulla normativa nazionale che identifichino la variazione del flusso di massa come modifica sostanziale, mentre è possibile trovare un riscontro in diverse Leggi e Discipline regionali.

Tra queste si riporta:
Lombardia – Delibera n-IX/2970 del 02/02/2012:
“L’autorità competente può altresì valutare come sostanziale le modifiche: […]che comportano un aumento delle emissioni in flusso di massa autorizzate derivanti da attività IPPC superiore al 100%”
Dalla lettura di quanto riportato, la variazione dei flussi di massa emessi dall’impianto progettato, rispetto a quelli prodotti dall’impianto autorizzato, si configura, in ottica IPPC, come non sostanziale. In particolare, prendendo a riferimento la circolare della Regione Lombardia, anche un aumento delle emissioni in flusso di massa si configura come modifica non sostanziale, nel momento in cui questo sia inferiore al 100%. Nel caso in oggetto l’aumento del flusso di massa è largamente inferiore al 100%.

4.3.2 Residui solidi e reflui liquidi
I residui solidi del processo di incenerimento rifiuti, la relativa classificazione ai sensi della normativa vigente e le loro destinazioni sono indicate nella tabella seguente.
Sono ivi riportate anche le medesime informazioni per i reflui liquidi, confinati in vasca chiusa, derivanti dal lavaggio delle aree di lavoro.
Residuo /Codice CER /Classificazione /Destinazione
-Scorie/19 01 12 /Non pericoloso /A smaltimento o a recupero
-Materiali ferrosi estratti da ceneri pesanti /19 01 02 /Non pericoloso /A recupero
-Ceneri volanti e residui dal primo stadio di filtrazione (PCR) /19 01 05 /Pericoloso /A smaltimento
-Residui dal secondo stadio di filtrazione (PSR) /19 01 07 /Pericoloso /A recupero
-Reflui liquidi da vasche confinate /19 01 06 /Pericoloso /A smaltimento.”

 

Di cosa si tratta in sostanza

La gassificazione è certamente una tecnologia più “evoluta” rispetto all’incenerimento: ha una combustione lenta che comporta un basso consumo di aria rispetto all’incenerimento. Tuttavia comporta emissioni inquinanti. Nel punto di focolare i gassificatori vanno oltre i mille gradi e i gas di sintesi che producono sono di tipo misto. All’interno del reattore si formano syngas a 1.200°C, a 1.000°C, a 800°C ed a 500°C.
I gassificatori, quindi, producono e immettono nell’atmosfera fumi inquinanti, contenenti polveri costituite da nanoparticelle di metalli pesanti, monossidi, idrocarburi policiclici, benzene, diossine estremamente pericolose perché persistenti ed accumulabili negli organismi viventi. Le malattie che possono indurre sono: tumori, problemi cardiovascolari, di respirazione, asma e altro.
Durante la gassificazione, tar (si tratta della miscela di un’ampia gamma di idrocarburi condensabili), metalli pesanti, alogeni e composti alcalini vengono rilasciati nel gas e possono causare gravi problemi ambientali.
Tutte le misure per l’abbattimento degli inquinanti non risolvono comunque l’impatto ambientale.
I dati forniti dalla sicula trasporti fanno rientrare nei limiti stabiliti per legge l’emissione di inquinanti. Ma “nei limiti” significa che gli inquinanti non vengono eliminati ed esiste ormai una vastissima letteratura scientifica sulla relatività dei limiti e dei marker utilizzati per la loro definizione. Senza contare che i dati forniti non tengono conto degli effetti di cumulo nel tempo degli inquinanti.

 

Il piano dei rifiuti regionale di Musumeci

Chi avesse la pazienza di leggere il Piano dei Rifiuti di Musumeci capirebbe il perché fu rigettato con “biasimo” dal Ministero. Un grottesco copia incolla di bozze mal scritte, spesso di senso oscuro o incompiuto, di incongruenza nei dati, insomma un pasticcio nel quale, comunque, vengono suggeriti nel paragrafo 1.16 L’incenerimento e la termovalorizzazione, ma rimandando agli “ATO o chi per essi” la scelta della realizzazione.
Buon gioco perciò ebbero i funzionari “renziani” del Ministro 5stelle Costa a riproporre gli inceneritori previsti dall’ex Governo Renzi e dall’ordinanza 7 giugno 2016 dell’ex presidente Crocetta.
Che al di là delle dichiarazioni e delle promesse non si fosse, quindi, smesso di puntare sugli inceneritori è cosa ormai risaputa. Un business fin troppo lucroso per affaristi locali e nazionali, irrinunciabile per chi vive nella cultura del profitto e non si cura di ambiente e salute delle comunità.
Nella citata intervista del 2016 ad Angelini, il professore tra l’altro diceva: «La mancanza di una strategia coordinata e pianificata regionalmente e l’abuso di potere regionale nella gestione di rifiuti impediscono alle autonomie locali di svolgere fino in fondo il proprio ruolo. … La Regione dovrebbe svolgere un ruolo di programmazione, invece si arroga il potere di decidere su tutto».
Concordiamo. E rilanciamo:
-L’obbiettivo deve rimanere RIFIURTI ZERO
Chiusura di tutte le megadiscariche e ricollocazione degli impiegati nelle opere di smantellamento e bonifica sotto controllo popolare.
-Avvio immediato delle bonifiche degli impianti previsti così come di quelli esclusi dal piano regionale e che pur tuttavia rimangono inquinanti.
Blocco immediato di tutti gli iter autorizzativi per gli impianti inquinanti.
Principio di responsabilità: i Comuni debbono farsi carico, nel bene e nel male, dei rifiuti che producono nel proprio territorio provvedendo alla costruzione di luoghi di raccolta e alla loro gestione diretta, fermo restando l’obbiettivo della loro riduzione.
-Incrementare la differenziata attraverso un piano comunale di incentivazione economica
-Aprire in ogni quartiere centri di raccolta della differenziata
Partecipazione diretta dei comitati territoriali alle decisioni che riguardano il territorio
Azione diretta dei comitati territoriali nelle operazioni di sensibilizzazione cittadina alla “cultura della differenziata” e alla cura del territorio
-Operare per disincentivare le attività commerciali che non usano materiali biodegradabili
Incentivare le attività commerciali che vendono prodotti confezionati con materiali biodegradabili
Costruire centrali di compostaggio aerobico a gestione comunale o intercomunale.

Tuttavia occorre aver chiaro che la questione di fondo è e rimane il modello di sviluppo dominante di tipo estrattivo e predatorio: un modello di sviluppo basato sulla crescita illimitata del consumo di merci, di suolo, di acque, delle nostre vite; un modello di sviluppo che produce inquinamento, desertificazione e diffusione di malattie, come testimonia l’attuale emergenza covid-19.
Cambiare rotta è ormai indispensabile.
NO al termovalorizzatore della Sicula Trasporti!
NO a tutti gli impianti inquinanti!
Coordinamento No discarica Armicci Lentini

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