Messina: Porta Grazia

Messina: Porta Grazia

Continua il nostro viaggio tra le porte delle città siciliane. Oggi ci troviamo a Messina.

Un’importante testimonianza storica per la città di Messina si trova, attualmente, a Piazza Casa Pia ed è la cosiddetta “Porta Grazia”.

 

La struttura

L’opera barocca si presenta con un arco a tutto sesto ornato da minacciosi mascheroni in marmo, posti sia nella “chiave di volta” che nelle “mensole” laterali che reggevano il ponte levatoio. Tutto il resto della struttura è stato, invece, realizzato in pietra calcarea.
I due pilastri che affiancano la porta si concludono con capitelli arricchiti da ghirlande, festoni e testine. Ai lati si possono osservare due grandi finestre ottagonali.
Il riquadro sopra l’arco, infine, accoglieva un’iscrizione risalente al 1681, caduta durante il terremoto del 1894.

 

La sua funzione

La porta originariamente fungeva da ingresso principale per la Real Cittadella, conosciuta oggi come “Zona Falcata” e costruita dagli spagnoli alla fine del 1600. La sua costruzione, infatti, è riconducibile al periodo in cui la città di Messina si trovava sotto il dominio della corona spagnola. La porta fu costruita all’indomani della rivolta che i messinesi attuarono contro gli spagnoli nel 1674. Messina, trovandosi sia in una posizione strategica per il commercio, ma anche “pericolosa” per gli attacchi esterni, fu subito circondata da mura di difesa e forti (Gonzaga, Castellaccio e Matagrifo). 

 

 

La Zona Falcata

Presto fu necessario per gli spagnoli preoccuparsi anche dei nemici “interni”. È il 1678 quando la rivolta della città di Messina contro il dominio spagnolo si chiude con una resa. L’ira del governo spagnolo si abbatte sulla città e questa viene dichiarata “morta civilmente”. Nel 1680 si intraprende, così, la costruzione di una poderosa fortezza, il braccio di San Ranieri, oggi noto come Zona Falcata. Questa, che passò alla storia col nome di “Real Cittadella”, era nei fatti un autentico atto intimidatorio: la sua posizione di totale e perfetto controllo sulla cala del porto la rendeva adatta a far fuoco non solo contro eventuali nemici dal mare, ma anche e soprattutto contro la città stessa, se mai un’altra volta avesse osato ribellarsi.

 

“Re Bomba”

Nel 1848, infatti, Ferdinando II di Borbone, che si guadagnò l’epiteto di “Re Bomba”, aprì il fuoco sulla città per domare il moto insurrezionale in atto in tutta la Sicilia e in cui i messinesi si distinsero per l’encomiabile resistenza che gli permise di espugnare i forti nelle mani dei Borboni. Gli insorti, riuscirono, infatti, a conquistare il Castellaccio, Forte Gonzaga, Matagrifone e il forte Real Basso. Leggenda narra che a Ferdinando II furono necessari 25 mila soldati e 450 cannoni per provare a placare i 6mila rivoltosi messinesi.

 

La porta oggi

Con la costruzione della stazione marittima, agli inizi del 1900, la zona falcata cominciò a subire dei cambiamenti. La Cittadella assistette a un progressivo smantellamento e oggi restano solo due dei cinque bastioni originali. Porta Grazia, ovvero il portale d’ingresso principale, fu invece smantellata nel 1961 per essere ricollocata nella sua sede attuale, quella di piazza Casa Pia, dove è tutt’ora possibile ammirarne la bellezza.

 

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