I rettori del Nord contro gli atenei siciliani

I rettori del Nord contro gli atenei siciliani
Riportiamo il comunicato di Fajdda – Unione Giovanile indipendentista, riguardo le recendi polemiche sulla nuova misura in materia universitaria adottata dalla Regione Siciliana. 

 

Le dichiarazioni del Presidente del Crui

Ferruccio Resta – Presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane, nonché rettore del Politecnico di Milano – ha espresso il suo dissenso nei riguardi di una nuova misura adottata dalla Regione Siciliana. Questa è volta ad azzerare le tasse universitarie ad ogni studente iscritto fuori regione che, il prossimo anno accademico, sceglierà di tornare a studiare in Sicilia. Secondo Resta, la mobilità studentesca sarebbe infatti «un valore» e, ostacolandola, «non facciamo un favore al sistema».

La sua reazione non ci sorprende affatto: sono ben 54 mila gli studenti siciliani che attualmente studiano in atenei del Centro-Nord. Se questi dovessero venire a mancare, sarebbe una grossa perdita per i poli d’eccellenza del Centro-Nord.

 

 

Atenei di serie A contro atenei di serie B

Ecco, dunque, il vero volto del sistema universitario nazionale. “Atenei di serie A” – tutti, rigorosamente, siti al Centro- Nord – che competono tra loro per attrarre studenti di regioni come la nostra, dove ci sono solo” “atenei di serie B”. Qui, all’assenza di un robusto sistema produttivo che penalizza il sistema universitario, si aggiunge un sempre crescente de-finanziato a opera dello Stato Italiano.

Questo modello costringe ogni anno migliaia di siciliani a fare le valigie e andare altrove.
Per rettori come Resta, gli studenti siciliani sono solo numeri per riempire le tabelle di valutazione dell’Anvur e ottenere più risorse per alimentare il sistema. Sistema che, invece di distribuire i fondi equamente, li sottrae agli atenei siciliani per darli a quelli del Centro-Nord.

Non è un caso se Resta solleciti i giovani a «investire sulla qualità» e a «scegliere la migliore università». Secondo una recente valutazione Svimez, l’emigrazione studentesca causa – in termini di impatto finanziario sul Meridione – una perdita complessiva annua di consumi pubblici e privati di circa 3 miliardi di euro. Il costo più alto lo paga la Sicilia, che conta il numero più elevato di studenti del Meridione iscritti in università del Centro-Nord.

 

 

Emigrazione universitaria: valore di un sistema che premia il Centro-Nord

La mobilità studentesca, dunque, è sicuramente un valore per il sistema. Un sistema che vuole gli atenei siciliani tanto de-finanziati da rendere l’emigrazione l’unica scelta per i più giovani. Un sistema accuratamente studiato, che fa sì che la mobilità studentesca diventi una grande risorsa a vantaggio del Centro-Nord e a discapito della Sicilia.
La misura adottata dalla regione mette in discussione – seppur in maniera timida – questo paradigma. E i rettori come Resta, ovviamente, non se lo possono permettere.

 

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