Catania, in piazza le categorie in crisi: «siamo i fantasmi del passato»

Catania, in piazza le categorie in crisi: «siamo i fantasmi del passato»
Ieri sera, 9 aprile, intorno alle 20:00, lavoratori, ristoratori, impiegati e tante altre categorie colpite dalle continue chiusure hanno sfilato in una carovana silenziosa per le vie simbolo della movida di Catania.

 

Fantasmi del passato, ritorniamo in vita: questa la metafora che i manifestanti hanno voluto utilizzare per rappresentare la morte delle attività commerciali dovuta alla grave crisi e alle continue chiusure.

 

I fantasmi del passato

Indossando maschere e tute bianche hanno affermato la necessità di ritornare ad aprire i pub, i ristoranti, le palestre, le scuole di danza. Senza rinunciare alle misure di sicurezza, ma garantendo sicurezza anche a chi in questo periodo di continui cambiamenti – tra zone rosse, gialle e arancioni – ha bisogno di tornare in vita.

Lamentano i ritardi nell’arrivo dei minimi sussidi promessi dal decreto ristori. Lamentano il meccanismo di apri e chiudi che sta portando al collasso i ristoratori e il disinteresse da parte della politica nazionale e regionale per un settore che ha sempre avuto una grande importanza nell’economia siciliana.

 

Le loro dichiarazioni

«Siamo i fantasmi del passato – affermano gli organizzatori- di un passato che ci è negato decreto dopo decreto. Ci hanno privato dei luoghi di incontro, di socializzazione, di arte. Ci hanno privato del nostro lavoro, preferendo chiuderci in casa con la promessa di qualche briciola ogni tanto. Per questo rappresentiamo dei fantasmi. Fantasmi di una vita che c’era e che oggi è sparita. Azzereremo così ogni differenza di “appartenenza” superando qualsiasi steccato possa essere divisivo. Via Gemmellaro è un luogo simbolo, non ci piace il termine MOVIDA. Preferiamo indicarlo come un luogo di ritrovo, di socializzazione, di svago. Attività oggi represse a suon di decreti».

Come i tasselli di un puzzle i disagi, la precarietà, i disservizi, gli scandali, la povertà sono tutte manifestazioni di un sintomo più grande: l’indifferenza delle istituzioni davanti ai reali bisogni dei lavoratori e dei cittadini tutti.

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