Catalogna, confermati gli arresti a sette dei CDR

Catalogna, confermati gli arresti a sette dei CDR

Sono le 5 del mattino del 23 Settembre quando l’operazione della Guardia Civil ha inizio nei comuni della provincia di Barcellona. Quella mattina, attraverso l’azione di 500 agenti, sono stati arrestati nove militanti del CDR, assemblee cittadine che si estendono in tutto il territorio, nate come “Comités de Defensa del Referendum” prima del 1 ottobre 2017 e diventate poi “Comités de Defensa della Republica”.
Sono stati trovati in possesso di materiale esplosivo casalingo. Stavano preparando azioni violente: questa è l’accusa.
La Guardia Civil ha diffuso un video in cui viene mostrato il materiale sequestrato nell’operazione. Ciò che si vede è, in realtà, una busta con polvere per petardi e delle pentole in un magazzino in cui gli abitanti del quartiere stavano tenendo tutto il materiale per la “Ball de diables”, un evento in cui uomini e donne di tutte le età, vestiti da diavoli rossi e neri, sfilano reggendo bastoni sulla cui cima si trova una catena di petardi pronti a scoppiare.
La Guardia Civil li definisce “un gruppo terrorista di indole secessionista catalana”. Sono accusati di terrorismo, detenzione di esplosivo e ribellione. E lo fa sostenendo che esista la possibilità che questo gruppo stesse organizzando azioni violente nel periodo compreso tra l’anniversario del referendum dell’1 Ottobre e l’annuncio della sentenza del processo di Madrid contro i leader indipendentisti accusati di aver organizzato il referendum per l’indipendenza dell’ottobre 2017. Accuse pesantissime.

Qualche ora dopo l’arresto, due dei nove detenuti sono stati liberati con carichi pendenti di terrorismo, gli altri trasferiti a Madrid.

Immediata la risposta del comune di Sabadell (uno dei comuni in cui si è svolta l’operazione) con una manifestazione di 4000 persone. Di fronte al commissariato di Travessere del Gràcia (Barcellona), dove si trovavano i detenuti, centinaia di persone si sono concentrate al grido di “SIAMO TUTTI CDR”. Lo stesso è avvenuto in molte altre piazze di Barcellona.

Una vera pantomima messa in atto dallo Stato spagnolo. Le dichiarazioni degli avvocati dei detenuti lo dimostrano pienamente. Hanno riscontrato, infatti, parecchie contraddizioni nell’intervento della Guardia Civil. Innanzitutto, non è stato dimostrato che il materiale sequestrato fosse realmente esplosivo; in secondo luogo, gli avvocati non erano stati precedentemente informati. Dopo 15 ore dalla detenzione continuavano ad apprendere le notizie solo attraverso i media.

Ieri mattina i sette CDR sono arrivati all’Audiencia Nacional per l’interrogatorio del giudice. Alle 16.50 sono stati imputati ai sette CDR i delitti di detenzione di esplosivo e terrorismo; è stata disposta l’ordinanza di carcerazione provvisoria, giustificandola con il “rischio che si possano commettere azioni violente preventivate e la distruzione di prove”.

Il messaggio è chiaro. L’obiettivo dello Stato spagnolo è quello di criminalizzare gli indipendentisti. La capacità dei comitati per la difesa della Repubblica di portare avanti con successo l’alternativa anti-capitalista in Catalogna si materializza anche nella legittimità data dal popolo. Lo Stato Spagnolo non può accettarlo.

Solidarietà ai catalani e alle catalane che lottano per l’autodeterminazione e l’indipendenza della Catalogna. Libertà per tutti e tutte.

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