Assemblea NoPonte verso la marcia del 23 marzo a Roma

Assemblea NoPonte verso la marcia del 23 marzo a Roma

Il 20 febbraio a Messina alle ore 17:00, presso il salone delle bandiere del Comune, si terrà un assemblea pubblica contro il Ponte sullo Stretto e per la difesa dei territori. L’assemblea, indetta dalla Rete NoPonte, ha come obiettivo quello di organizzare la risposta popolare al rinnovato movimentismo di partiti e sindacati che vogliono la realizzazione del Ponte sullo Stretto. L’appuntamento si inserisce, però, anche all’interno di un dibattito molto ampio che riguarda il tema delle grandi opere e il modello di sviluppo imposto. Tema che risulta anche oggi molto attuale. 

Il 26 gennaio a Roma si è tenuta un’assemblea pubblica in cui tantissimi comitati territoriali e realtà politiche e sociali, hanno ribadito l’importanza di partecipare alla marcia per il clima e contro le grandi opere inutili che si terrà proprio a Roma il 23 marzo. C’è quindi chi si sta organizzando per costruire un opposizione sociale alle politiche predatorie che lo Stato Italiano porta avanti. 

All’assemblea di Messina parteciperanno tutti coloro che si oppongono alla realizzazione del Ponte sullo stretto e quindi
anche tutti i comitati territoriali che oggi vogliono costruire un’alternativa al modello di sviluppo che in Sicilia distruggere i territori e la vita di chi li abita. Tutti coloro che stanno già organizzando la partecipazione siciliana alla marcia del 23 marzo a Roma e che vedono nell’assemblea del 20 febbraio a Messina un importante momento di avvicinamento verso questo appuntamento.

Di seguito riportiamo l’appello di indizione dell’assemblea  delle Rete No Ponte

C’è una Sicilia che resiste. E’ la Sicilia che ha fermato la costruzione dell’inceneritore di Milazzo e le trivelle a Licata. E’ la Sicilia che si batte contro le discariche, contro il Muos, per la bonifica dei territori devastati dalle produzioni inquinanti, per il reddito, per diritti e dignità sui luoghi di lavoro, in favore dei fratelli migranti. E’ la Sicilia che lotta per la continuità territoriale e che rivendica infrastrutture di prossimità, la messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e idrogeologico, servizi pubblici dignitosi, che vuole l’acqua nel rubinetto e non il Ponte sullo Stretto. E’ la Sicilia che il Ponte sullo Stretto lo ha già sconfitto una volta e che sarà costretta a rifarlo contro l’alleanza di partiti, sindacati e associazioni imprenditoriali che, negli ultimi tempi, ha dato vita ad un rinnovato attivismo sì ponte.

Il Presidente della Regione Nello Musumeci, per primo, invece di battersi per una moderna infrastrutturazione stradale e ferroviaria in Sicilia, ha ribadito la sua posizione favorevole nei confronti della grande opera, che egli reputa addirittura imprescindibile per la Sicilia, e si è rivolto al Governo nazionale affinché si pronunci in merito alla realizzazione del Mostro sullo Stretto. Più volte nello stesso senso si è pronunciato anche il suo assessore alle infrastrutture Marco Falcone. Il centro-destra tutto, con la sua deputazione locale in prima linea, ne ha fatto una bandiera. Sulle due sponde dello Stretto sia la Cisl che l’Ance (l’associazione dei costruttori) sono più volte intervenute chiedendo al Governo nazionale di investire sull’infrastruttura. I Sindaci di Messina e Villa San Giovanni sono, poi, dei veri e propri fan dell’opera. Il Ponte ha, insomma, trovato tanti agit-prop e persino alcuni nopontisti sono diventati sipontisti.  

Il progressivo impoverimento della Sicilia e del Meridione nel suo complesso, l’assistere impotenti a pezzi di generazioni che abbandonano le proprie città per emigrare al nord, l’assenza di un’idea altra che non sia la svendita del territorio agli speculatori delle Grandi Opere ha reso fertile il terreno per chi voglia sostenere che l’avere fermato la costruzione del Ponte sullo Stretto abbia compromesso il futuro delle nostre comunità. Peccato che a dirlo siano spesso rappresentanti di quei partiti che hanno governato Messina, la Sicilia, l’Italia. 

Ne parleremo insieme in assemblea per costruire un percorso comune di mobilitazione in difesa dei territori e per affermare il potere decisionale delle comunità locali. Lo faremo insieme a comitati e associazioni territoriali, che hanno già assicurato la loro presenza, come tappa regionale preparatoria della Marcia per il clima e contro le Grandi Opere che si svolgerà a Roma il 23 marzo. 

Interventi introduttivi: 

Alberto Ziparo (docente di Urbanistica presso l’Università di Firenze)

Antonio Mazzeo (giornalista, autore di varie pubblicazioni sul Ponte sullo Stretto) 

Rete No Ponte

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