Contro il “regionalismo differenziato”: in Sicilia aumentano i comitati territoriali

Contro il “regionalismo differenziato”: in Sicilia aumentano i comitati territoriali

Il 6 aprile si è tenuta a Catania la prima assemblea pubblica per lanciare la campagna “Il Sud Conta” in Sicilia.  L’assemblea, a cui hanno partecipato collettivi, sindacati, associazioni provenienti da tutto il territorio siciliano, ha posto come obiettivo la costituzione di comitati trerritoriali contro il cosiddetto “regionalismo differenziato”. Questo, avviato e voluto principalmente dal partito della Lega, prevede, da un lato l’ennesimo furto di risorse del Meridione, dall’altro l’accentramento delle ricchezze al Nord, determinando di fatto la “supremazia” delle regioni capofila di questo accordo (Emilia Romagna, Lombardia e Veneto). Infatti, attraverso la cessione di alcune importanti competenze (sanità, istruzione, assistenza, etc.) dallo stato alle regioni e con le conseguenti trattenute fiscali di cui queste potranno beneficiare per garantire i servizi, si assisterà soltanto ad un ulteriore aumento del divario Nord/Sud.

La risposta del popolo siciliano, però, è stata immediata. Si sono infatti già formati comitati cittadini nelle tre grandi metropoli dell’isola. A Catania il 17 aprile, a Palermo il 19 e ieri a Messina. Le assemblee costituenti di questi comitati hanno visto la partecipazione di numerosi studenti, lavoratori, accademici e figure istituzionali. Durante gli incontri si è ribadita  più volte la necessità di opporsi a questa riforma e di farlo attraverso un fronte comune che veda dalla stessa parte tutti coloro che pagherebbero a caro prezzo l’introduzione di questa riforma. A rischio ci sono i servizi essenziali, il funzionamento della sanità, di tutti gli enti pubblici e delle scuole.  

A meno di un mese dal primo incontro di lancio della campagna “Il Sud Conta”, qui in Sicilia l’opposizione a questa riforma sta crescendo. Ci si prepara già per una grande manifestazione in autunno di tutto il meridione e lo sciopero del 10 maggio, con il corteo di Palermo, sarà un importante tappa di passaggio. 

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