Pausa mensa a fine turno? Sciopero a Fincantieri

Pausa mensa a fine turno? Sciopero a Fincantieri

Nella giornata di ieri gli operai dello stabilimento Fincantieri di Palermo hanno messo in campo un’azione di sciopero in risposta allo spostamento della pausa mensa alla fine di ogni turno di lavoro. Come annunciato in un comunicato, lo sciopero continuerà ancora per molto. Lo spostamento della pausa mensa in fase sperimentale, così recita una nota aziendale, sarebbe necessario per recuperare livelli di produttività che secondo i dirigenti Fincantieri sono insufficienti per l’officina in questione. Peccato che gli operai sentono la necessità invece di non peggiorare le proprie condizioni, e di mantenere la pausa mensa all’interno della giornata lavorativa in modo da riuscire a consumare degnamente il pasto e di godere di un riposo che gli permetta di recuperare le energie che un duro lavoro li obbliga a sopportare. Ma dietro questa battaglia c’è dell’altro, qualcosa che supera il livello della vertenza singola. C’è la difesa del diritto alla mensa all’interno delle fabbriche, conquistato attraverso le dure lotte degli anni passati, e ormai messo continuamente in discussione in nome di un crescente bisogno di aumentare i ritmi produttivi eliminando i sedicenti “tempi morti”; e c’è la vicenda del rinnovo dell’integrativo di gruppo respinto dalla quasi maggioranza dei lavoratori Fincantieri.
E proprio a quell’accordo si rivolge urlando la lotta di oggi, un accordo scellerato sottoscritto da FIM-FIOM-UILM, ma che a Palermo trovò l’opposizione dei delegati della FIOM e le centinaia di voti contrari nel referendum confermativo. Lo sciopero di oggi è un chiaro ed inequivocabile messaggio alle burocrazie sindacali che con la loro firma hanno reso possibile adesso che decine di lavoratori subiscano un peggioramento delle condizioni. Ma come spesso capita, alcuni fanno i conti senza l’oste e la determinazione mostrata a Luglio scorso dagli operai che votarono in massa contro la piattaforma integrativa si ripresenta oggi nella forma dello sciopero, col chiaro intento di respingere al mittente, con l’esercizio dello strumento dello sciopero, il tentativo di eliminare la pausa mensa così come essa è concepita storicamente. La messa in campo dei rapporti di forza, pensata ed agita anche senza la copertura dei confederali, ai quali la maggior parte dei lavoratori è iscritto, non solo dimostra la consapevolezza che solo attraverso la lotta è possibile ottenere risultati, ma in questo contesto assume anche e soprattutto il valore di forte critica alle organizzazioni sindacali oramai incapaci di mettere in moto ed organizzare delle vere lotte.
Con questo sciopero non ci si aspetta chiaramente che FIM FIOM e UILM riaprano la trattativa, ma che quantomeno riflettano sull’accordo firmato, sul quale non vi è di certo il consenso dei lavoratori.
L’inizio di questa lunga e difficilissima battaglia all’interno del gruppo Fincantieri parte ancora una volta dagli operai palermitani, protagonisti ormai da anni di un duro confronto con il colosso mondiale della cantieristica navale.

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