Presìdi contro la discarica di Armicci in territorio di Lentini

Presìdi contro la discarica di Armicci in territorio di Lentini

Lentini è un paese della zona nord della provincia di Siracusa, “città delle arance” recita il cartello all’ingresso del paese. E le arance, a partire dalla metà degli anni 50 del 900, sono state la principale fonte dell’economia cittadina. Così fino a quando il mercato tirava e vagoni di cassette di arance viaggiavano per tutta Italia ed i mercati europei, Germania in testa. Ormai quel mercato non tira più, si è profondamente trasformato a seguito delle tante liberalizzazioni che hanno indubbiamente penalizzato il prodotto nostrano. Oggi la miriade di piccoli produttori è praticamente scomparsa ed a loro posto si è assistito alla concentrazione della proprietà fondiaria ed alla progressiva trasformazione dei grossi commercianti in proprietari terrieri.
Lentini, con oltre 5400 disoccupati ufficiali, con nuova emigrazione di giovani e meno giovani, con un tasso di crescita demografica bassissimo, con tasso di povertà ufficiale raddoppiato dal 2008 al 2012, è ormai una cittadina come tante altre delle periferie dello sviluppo. E vanta anche il triste primato di leucemie infantili, il 30% in più dell’intera provincia di Siracusa.
È il 2 marzo ed è giovedì giorno di mercato cittadino. Le strade dietro ed intorno allo stadio comunale si riempiono di bancarelle e di popolazione. Proprio al centro del mercato giovani distribuiscono volantini “No alla discarica di Armicci”. Da qualche settimana, alla notizia dell’apertura di un’altra discarica è iniziata la mobilitazione. Si è formato un coordinamento che raggruppa diverse associazioni e che organizza ed articola sul territorio le diverse forme di denuncia e di protesta. Il coordinamento si è dotato di una pagina Fb e ha subito costruito una rete con gli abitanti della zona interessata dal progetto di nuova discarica.
Sindaco e Consiglio comunale si sono espressi con decisione contro il progetto di discarica per “rifiuti speciali non pericolosi” presentato dalla società Pastorino srl, ma la Regione ha serenamente rilasciato la sua autorizzazione ed ora la realizzazione della discarica sembra sempre più vicina.
Alle 11 il mercato è davvero pieno, il volantinaggio continua con capannelli di informazione. Alle 11,30 la rete degli abitanti avverte il Coordinamento della presenza di “persone con strumenti” che si aggirano per la cava di Armicci. Sono non più di una ventina quelli che prontamente accorrono nella zona per capire di cosa si tratta, se è l’inizio dei lavori o altro. Le “persone con strumenti” sono i dipendenti di una ditta (la Technosurvey S.a.s. di Enna) che per conto della Pastorino srl hanno iniziato a far rilevamenti topografici. Lì per lì, seppur tergiversando – “stiamo facendo solo rilevamenti … ni vuscamu a junnata” – sembra accolgano l’invito ad andarsene, ma arriva una macchina da cui scendono tre colletti bianchi: “abbiamo i permessi è tutto in regola” dice uno dei tre che si presenta come avvocato. E arriva anche un’auto della polizia ed un’auto di carabinieri, che controllano i documenti di tutti ed i permessi portati dai colletti bianchi. Intanto sui cancelli vicini alla cava si stendono lenzuoli con su scritto “Itivinni” e “No alla discarica di Armicci”.
Il giorno 3 marzo sono oltre un centinaio tra aderenti del Coordinamento, dei comitati e abitanti della zona a presidiare la cava in contrada Armicci. Arriva anche il Sindaco di Lentini con l’assessore all’ambiente e con alcuni consiglieri.
Nella cava ci sono già i dipendenti della ditta Technosurvey S.a.s. che continuano con i rilevamenti. Ad accompagnarli c’erano i soliti colletti bianchi della Pastorino e c’era anche il signor Biagio Portal, già consigliere nella passata amministrazione, che nella seduta del Consiglio comunale del 24 gennaio 2014 aveva votato (unico dei 17 consiglieri) contro il diniego del Consiglio alla modifica del PRG richiesta dalla Pastorino per la discarica. “Io sono favorevole fino a quando qualcuno non relazionerà affermando che questa discarica fa male ai cittadini”, aveva detto allora l’ex consigliere Portal, che quel giorno era presente – guarda caso – in qualità di responsabile dell’impresa edile che dovrebbe iniziare i lavori.
La zona scelta per la discarica si trova a 250 metri da una zona archeologica vincolata, confinante con aree tutelate con vincolo paesaggistico, in mezzo ad aree agrumetate e vicina al lago del Biviere, che dista appena 1 km e che è sito di importanza comunitaria (SIC) e zona di protezione speciale (ZPS).
Singolare, quindi, il nulla osta della Soprintendenza di Siracusa e di Crocetta che ancora nel 2014 predicava: “Non possiamo dipendere dalle discariche private” e solo qualche settimana fa, per l’inaugurazione di “Ripartesicilia”, recitava: “abbiamo bisogno di un progetto che esalti la natura e la bellezza della Sicilia, turismo, agricoltura, pesca, energia verde”.
Sindaco e assessore informano dell’invio di due ricorsi al TAR, uno contro il silenzio della Regione alla richiesta di annullamento o revoca del decreto autorizzativo (AIA –DDS n.1905) e l’altro contro il decreto dirigenziale n. 2070 del 13 dicembre 2016, che lo zelante Mauro Versace, dirigente del Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti regionale, dichiarava “non modificare” nulla bensì “chiarire” meglio i termini dell’autorizzazione alla discarica rilasciata alla Pastorino.
In verità quel decreto qualcosa modificava, eccome.
All’ultimo capoverso dell’art. 8 del DDS 1905 si leggeva: “Sono fatte salve le autorizzazioni di competenza di altri Enti od Organi, ivi comprese le autorizzazioni urbanistico-edilizie e quelle relative alla esecutività del progetto”.
Ora si può leggere: L’ultimo capoverso dell’art.8 del D.D.S n. 1905 del 05.11.2015 viene cassato e come di seguito riscritto: “Ai sensi del combinato disposto dell’art.6 comma 14 e dell’art. 208 comma 6 del D. Lgs 152/06 ss.mm.ii. la presente autorizzazione sostituisce ad ogni effetto visti, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali, costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico e comporta la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori”.
Prima, quindi, si prevedeva l’autorizzazione del Comune e adesso se ne fa a meno.
In effetti il nuovo decreto “chiarisce” davvero qualcosa: chiarisce che il Comune è scavalcato, la volontà dei cittadini è ignorata e l’affare per chi specula sui rifiuti è garantito.
Non è cosa nuova, la stessa cosa accade ormai un po’ d’ovunque, accade a Catania, Palermo, accade a Motta Sant’Anastasia, accade a Terrasini, in Val del Mela e accade a Melilli, accade per le tante emergenze create dalle inadempienze regionali in fatto di Piano Rifiuti. E i privati speculatori se la godono.
Il Coordinamento nel ribadire il suo “no alla discarica” denuncia la presenza nel territorio dell’alto tasso di tumori e leucemie infantili e accusa Regione e Stato di essere ormai solamente l’espressione di nuovi e vecchi potentati economici: – “anziché lavorare a bonificare le aree inquinate, a contribuire attivamente alla costruzione di possibilità lavorative legate alle tradizioni colturali e al patrimonio culturale e paesaggistico, anziché adoperarsi per salvaguardare la salute dei cittadini, la Regione autorizza dei privati a scaricare in contrada Armicci un milione 382 mila tonnellate di rifiuti, pari a circa 60 mila tonnellate l’anno per 22 anni”.
A conclusione della giornata di protesta il presidio si sciolse con appuntamento a domenica 5 marzo nella piazza principale del paese per rispondere alla “chiamata cittadina ai presìdi” lanciata dal Coordinamento.
Giusto per completezza di cronaca il 3 marzo hanno protestato tutti, anche quelli della Pastorino e della Technosurvey S.a.s. per le due gomme posteriori dell’auto tagliate.
A proposito di “potentati economici” c’è da registrare lo “strano” andamento delle autorizzazioni concesse dalla Regione. Sembra proprio che i diversi gestori dell’affare dei rifiuti in Sicilia non siano affatto “diversi”, ma facciano capo ad un unico organismo attraverso un complicato sistema di collegamenti societari.
Insomma non si tratta, anche qui a Lentini, di qualche padroncino che annusato il lucrativo affare si avventura nell’impresa discariche. Si tratta di un vero e proprio potente cartello di imprese che da Nord (con una Spa padovana) a Sud e passando per “Mafia Capitale” – come pare aver acclarato la magistratura -, direttamente o con le loro società di scopo e società filtro si spartiscono il business dei rifiuti in Sicilia. E – naturalmente – a cavallo dell’emergenza e prima che la legislatura finisca ecco che arrivano a valanga e d’imperio le autorizzazioni regionali.
Il giorno 5 marzo giovani e meno giovani del Coordinamento delle associazioni per il territorio montano nella piazza centrale di Lentini gazebo, banchetti, striscioni “No alla discarica di Armicci” e mappe topografiche con segnate le zone interessate da discariche. Per le strade del paese una macchina con megafono invita i cittadini a recarsi in piazza dove si raccolgono le disponibilità per i presidi che si stanno organizzando nella zona della futura discarica. Interviene anche una delegazione del Comitato di Bonvicino, una contrada del territorio di Lentini in cui lo sconfinamento della discarica della Sicula Trasporti srl (che riceve il 66% dell’immondizia siciliana) costringe gli agricoltori ad abbandonare e vendere i propri lotti di terreno agrumetato. “Il mio vicino ha venduto a chiddi da discarica per 7 mila euro tri tummuli di jaddinu cu na jebbia e ’n puzzu autorizzato”, dice un anziano agricoltore. Già, sembra uno di quei film western dove i ricchi allevatori impongono agli agricoltori di sloggiare per quattro soldi. Solo che non si tratta di allevatori e che non è un film. Qui è proprio così. Appena i confini delle discariche si avvicinano ad abitazioni e agrumeti spunta il tecnico che propone l’acquisto del terreno con la svalutazione per via dell’ormai attigua discarica. Paradossale, ma vero.
Intanto al microfono oltre a militanti del Coordinamento intervengono anche delegazioni del Comitato di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco, di Zero Waste e interviene pure il Sindaco che ribadisce a nome dell’Amministrazione comunale il no alla discarica. Ai banchetti diversi agricoltori danno la disponibilità dei loro terreni per la logistica dei presidi.
Nell’aria c’è qualcosa di nuovo, le popolazioni delle “periferie dello sviluppo” cominciano a rivoltarsi ed organizzarsi. Qui non si tratta solamente di un “no alle discariche”, c’è anche un no, forte e compatto, all’azione di imperio delle istituzioni centrali. È un no a quello che prima Violante & c. e poi la Boschi & c. chiamavano “clausola di supremazia”, che è stato oggetto di uno dei quesiti dell’ultimo referendum popolare e che continua a filtrare attraverso Decreti legislativi e Decreti dirigenziali. Le problematiche referendarie relative alla riforma dell’articolo V della costituzione sono uscite dal chiuso delle cabine elettorali e si riversano ora sui territori in forme autorganizzate. Non è un caso che su tutti i volantini distribuiti contro la discarica di Armicci sia riportata la frase “contro l’arroganza dei poteri centrali riaffermiamo la centralità dei territori”.
I prossimi appuntamenti pubblici sono per il 26 marzo, con una assemblea cittadina presso palazzo Beneventano sulle problematiche legate allo smaltimento dei rifiuti, e per il 1° maggio con la manifestazione a carattere regionale che si svolgerà proprio a Lentini “Per un primo maggio dei territori”.
[Continua]

(foto: da webmarte)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *