Piano emergenza medici: basta toppe, più soldi alla sanità siciliana

Piano emergenza medici: basta toppe, più soldi alla sanità siciliana

L’8 Agosto la Regione Siciliana ha approvato il Piano straordinario per il reperimento del personale medico per il sistema emergenza – urgenza regionale approntato dal governo Musumeci su iniziativa dell’assessorato alla salute.
La situazione sanitaria in Sicilia, come abbiamo più volte ribadito, è davvero al collasso. Chiudono gli ospedali, i servizi sono insufficienti, le attese estenuanti e, soprattutto, si registra una vera e propria assenza di medici specialisti nelle strutture. La Regione Siciliana, da mesi, prova a tappare buchi che sembrano irreparabili.
Con misure straordinarie, infatti, auspica di poter colmare l’indisponibilità di medici specialisti con conseguenze nell’erogazione dei servizi. L’atto emesso la scorsa settimana va ad aggiungersi alle procedure di assunzione già concluse e rientra nel piano riparatore della regione iniziato a gennaio.

Il Piano prevede quattro grandi misure.
Con un “avviso di disponibilità” verranno ricercati i medici in quiescienza, ovvero quelli ormai in pensione che dovranno tornare a operare negli ospedali. 《Non è un bel messaggio》- sostiene l’assessore alla salute Ruggero Razza – 《però in assenza di una norma nazionale abbiamo voluto dare quest’opportunità》.
Dall’altro lato《riconcilia con il lavoro una parte di società, quella più giovane, che era stata spinta fuori》prosegue l’assessore. Il riferimento è ai medici neo-laureati in medicina e chirurgia che non hanno potuto accedere a nessuna borsa di specializzazione. Ciò sarà possibile attraverso la realizzazione di un percorso di formazione e “training on the job” presso le aziende e gli enti del sistema nazionale sanitario regionale (SSN).
Sarà il CEFPAS (Centro per la formazione permanente e l’aggiornamento del personale del servizio sanitario) a prendersi il carico di aprire un corso di formazione. Si articolerà in due fasi incentrate sulla medicina sanitaria territoriale e sulla medicina dell’area di emergenza-urgenza ospedaliera. La prima prevede un corso di 360 ore, di cui 150 di tirocinio e 210 di didattica interattiva. Durerà 5 mesi. La seconda sarà un “training on the job” (formazione sul campo) di almeno due anni che si svolgerà attraverso una convenzione che le aziende sanitarie realizzeranno con i CEFPAS. Si individueranno tutor da assegnare ai rispettivi medici e, successivamente, il numero di medici che potranno essere affiancati a questi. A rimborsare il costo sostenuto per lo svolgimento del corso saranno gli stessi enti e le aziende del servizio sanitario regionale.
Un altro punto del piano prevede l’impiego dei medici in regime di convenzione che permetterà alle Asp di adoperare medici convenzionati per l’Emergenza sanitaria territoriale presso i loro pronto soccorso o in altri.

La regione, insomma, cerca di dare una risposta concreta a una situazione drammatica. Quella presentata, però, potrebbe non rivelarsi una soluzione efficace. Sono decenni che le questioni più importanti che riguardano il macro ambito dei servizi ai siciliani vengono trattate in condizioni di emergenza (altro esempio è la gestione dei rifiuti). Così facendo si prendono delle decisioni che hanno l’obiettivo immediato di risolvere le urgenze e si finisce per rimandare la soluzione reale del problema a dopo. Sono anni che il sistema sanitario non riesce a mettere a disposizione un adeguato numero di borse di studio per la specializzazione rispetto al numero dei laureati in medicina. È questo il fattore principale che genera oggi la mancanza di medici. Ed è questo il problema che bisogna risolvere per evitare che in futuro si ripresenti sempre la stessa emergenza.

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