Palermo capitale della cultura 2018: ma senza i lavoratori

Palermo capitale della cultura 2018: ma senza i lavoratori

 

Ormai da qualche giorno i 70 lavoratori part-time della GAM (Galleria d’arte moderna) di Palermo hanno dichiarato lo stato di agitazione. La notizia in realtà non ci giunge né nuova né sconvolgente; già lo scorso 13 Dicembre infatti, nella giornata di Santa Lucia, i lavoratori avevano scioperato e il complesso museale era stato costretto a chiudere i battenti. Lo sciopero era poi stato interrotto per una sopraggiunta promessa di un incontro con l’amministrazione comunale, che si sarebbe impegnata a risolvere le problematiche. Un incontro che, neanche a dirlo, non c’è mai stato. I motivi che hanno condotto i lavoratori a scioperare, invece, quelli sì che suonano davvero sconvolgenti: la protesta di questi giorni si riduce infatti in realtà soltanto all’attenersi alle ore dettate dal contratto. Il contratto part-time prevede infatti un impiego dal martedì al venerdì, dunque esclusivamente per cinque giorni lavorativi. Ciò significa che l’apertura della galleria nel week end o gli orari prolungati sono stati possibili soltanto grazie ad un’operazione, possiamo dirlo, di volontariato di questi lavoratori, ai quali non è mai stato cambiato il tipo di contratto né tanto meno sono state riconosciute, quindi né retribuite, queste ore come ore di lavoro straordinario.
Afferma Nicola Scaglione segretario provinciale del sindacato Csa: «Contestiamo la gestione dello straordinario nell’Area Cultura da parte dell’amministrazione comunale che non segue precise regole di razionalità, ma sembra dettata più da azioni arbitrarie e poco comprensibili».
La GAM resterà dunque chiusa sino all’avvio di una trattativa.
È notizia di oggi inoltre che la funzione pubblica CGIL regionale ha annunciato lo stato di agitazione dei lavoratori del settore Beni culturali, nello specifico per il personale di custodia dei siti archeologici e dei musei siciliani, chiedendo un incontro con l’assessore dei beni culturali del neonato governo regionale Vittorio Sgarbi.
La situazione è ormai diventata infatti insostenibile: molti lavoratori attendono da tempo somme di denaro loro dovute relative agli straordinari e\o al saldo del piano di lavoro 2016; per non parlare del fatto che alcuni di loro segnalano finanche di siti al buio, poiché la mancanza di risorse intacca persino l’energia elettrica.
Oltre al danno, la beffa: Palermo è ufficialmente la capitale della cultura del 2018; lunedì 29 infatti il presidente del consiglio Paolo Gentiloni e il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini saranno a Palermo per l’avvio ufficiale delle manifestazioni. Un motivo in più per cui le notizie sulle condizioni lavorative, contrattuali e di retribuzione dei lavoratori dei beni culturali siciliani appaiono ancora di più come l’ennesimo schiaffo alla città.
Si legge sul sito del comune di Palermo:
«L’adesione della Città Metropolitana alla candidatura di Palermo per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2018 amplia l’offerta culturale della manifestazione e ne amplifica la funzione di volano culturale ed economico. L’area coinvolta, corrispondente alla ex Provincia di Palermo, è un generatore di ricchezza, di opportunità di lavoro e di crescita della produttività attraverso la sua capacità di attrarre popolazione, ed economie da agglomerazione offrendo al tempo stesso i vantaggi della specializzazione e quelli della diversità dovuti alle maggiori dotazioni di capitale (umano e fisico)».
Queste erano le promesse. I fatti sono quelli che raccontiamo noi.

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