La Fase 2 dei siciliani contro Musumeci

La Fase 2 dei siciliani contro Musumeci
Il protagonista indiscusso di queste ultime settimane è senza dubbio Nello Musumeci.

Eletto a Presidente della Regione Siciliana nel 2017, rischiava di concludere il mandato senza essere ricordato. A tre anni dalla salita al trono della presidenza, «diventerà bellissima» sembra essere rimasto uno slogan intriso di utopia. Persino con la più recente gestione dell’emergenza Covid-19, il Presidente sembrava non volersi esporre troppo: accomodato, ha sempre atteso direttive da Roma. Diligente ed educato, senza imporsi mai e alzando la voce solo per inscenare qualche piccolo show televisivo, senza portare a casa risultati concreti.

 

Il Presidente che ha aperto le porte alla Lega Nord

Evidentemente il Presidente ha deciso di uscire dall’anonimato. Così, il 12 maggio, ha annunciato di voler affidare la gestione dei Beni culturali e dell’identità siciliana a un componente della Lega Nord. Finalmente, si è meritato il suo posto nella storia: verrà ricordato come un grande statista che ha aperto le porte della Sicilia al partito anti-siciliano per antonomasia.

Di certo non si aspettava che il dissenso nei confronti di questa scelta sarebbe stato così diffuso e determinante. Intellettuali, comici, cittadini di ogni estrazione sociale hanno dimostrato il loro sdegno nei confronti di questa scelta. La protesta di migliaia di siciliani ha fatto innegabilmente tremare il Governo Musumeci.

La scossa sembra essere stata così forte da far muovere qualcosa persino all’interno dell’Ars. Dentro il palazzo, in tanti si sono affrettati a dichiarar battaglia: svariate le grida di indignazione, invocata persino la mozione di sfiducia.

Musumeci, evidentemente, non immaginava niente di simile. Il motivo di questo errore di calcolo ce lo ha spiegato lui: durante un’intervista a una televisione locale ha chiarito di non credere nell’esistenza dell’identità siciliana. Come avrebbe potuto immaginare che si levasse un moto di protesta per difendere qualcosa che non esiste?

 

… e che ha insultato i siciliani

Le successive dichiarazioni del Presidente hanno – se possibile – infiammato gli animi dei siciliani ancor di più. Sono servite a rafforzare un’idea chiara: il problema è la Lega al Governo, ma anche chi l’ha accolta a braccia aperte.

Palesemente turbato dall’inaspettata precarietà della sua posizione, il Presidente nei giorni seguenti ha proseguito a tutta velocità la sua inarrestabile corsa verso il fondo del burrone. Teso, un po’ nervoso e a tratti balbuziente di fronte alle telecamere dei giornali, Musumeci si è lanciato in un’escaletion di uscite infelici: ha definito il dissenso «una pagina triste per la storia della democrazia»; ha definito i siciliani dei «poveretti» con «problemi familiari»; ha affermato che «la gente per bene non parla e sta a casa».

Così, oltre a essere ricordato per avere aperto le porte alla Lega, verrà ricordato per aver insultato i siciliani che volevano fermare l’invasione del partito del Nord. Niente di peggio.

 

E come se non bastasse… scandalo sanità!

Ma al peggio non non c’è mai fine, diceva il saggio. E infatti la situazione, per il Governatore – come gli piace farsi chiamare – , non sembra affatto voler migliorare. Arriva, un paio di giorni dopo, lo scandalo sanità. Dieci arresti per un giro di mazzette che coinvolge uomini da lui nominati. Che settimane sfortunate!

Il Presidente, in un impeto di lucidità, si è affrettato a scagionarsi. E dice ai siciliani: «deve essere chiaro a tutti che la sanità non è un business, ma serve a curare le persone». Ma questo non dovrebbe dirlo ai suoi stessi uomini?

 

La Fase 2 dei siciliani contro la Fase 2 della politica

Tra scelte infelici, dichiarazioni affrettate, scandali – e con il macigno della cassa integrazione che ancora pesa sulle spalle del governo regionale – la Fase 2 di Musumeci non poteva iniziare peggio.

In tanti hanno sperato che questa crisi economico-sanitaria passasse in fretta, che si tornasse alla normalità il prima possibile; solo con un po’ di distanza e qualche mascherina in più. Nei palazzi del potere, il ritorno alla normalità è stato quasi più veloce della luce. Già realizzati i primi scambi di poltrone e le prime spartizioni di deleghe e soldi. Sono tornati gli scandali e i salti da un partito all’altro.

L’anomalia nella Fase 2 in Sicilia è stata introdotta da migliaia di siciliani che, di fronte alle scelte scellerate di Musumeci, hanno messo in campo una mega protesta che probabilmente nessuno si aspettava. L’identità siciliana, al contrario di quanto sostenuto dal Presidente, c’è e si fa sentire: è quella di un popolo che lotta fino in fondo per difendere la propria terra.

La scelta di farsi sentire, di urlare il proprio dissenso, è emblematica in questo momento. Rivendicare il proprio diritto a manifestare, dopo mesi di poca socialità e di obbligata solitudine, è la miglior risposta a chi invoca il silenzio e la divisione sociale. La scelta della piazza è in questo caso determinante: riprendersi gli spazi fisici dell’agire politico, dopo mesi di vita online, è il segno più forte che si possa dare.

Chi afferma che non sia il momento adatto, chi invoca falsi miti e si dissocia da chi manifesta per difendere la propria terra, fa il gioco della Lega e di Musumeci. Continua a non capire che la politica, quella vera, non è l’interesse di un partito, di una singola fazione, o di poche persone. Al contrario, la politica è l’agire collettivo verso un’obiettivo. Non c’è possibilità di stare in mezzo. C’è una parte o l’altra.

La nostra Fase 2 si deve contrapporre con forza alla Fase 2 che Musumeci e politicanti vari hanno provato a far partire. Quello che abbiamo visto in queste settimane: la mobilitazione social e la voglia di scendere in piazza, ci dicono che la Fase 2 dei siciliani può diventare la fase del riscatto. Per lasciarsi alle spalle la normalità fatta di oppressione, sfruttamento e precarietà. La manifestazione del 2 giugno può rappresentare l’occasione per aprire una vera stagione di lotta per il cambiamento. E le occasioni vanno sempre colte al volo.

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