Faciemu scrusciu: flash-mob in tutta la Sicilia contro gli incendi

Faciemu scrusciu: flash-mob in tutta la Sicilia contro gli incendi
La Sicilia oggi è scesa in piazza contro gli incendi e per la difesa del territorio. Con 47 flash-mob in diverse località, siciliane e siciliani di tutte le età, vestiti di bianco e sporchi di carbone, hanno manifestato sotto il comune slogan «faciemu scrusciu for future – basta roghi».

 

Il flash-mob regionale

Cento realtà ambientaliste siciliane tra associazioni, comitati civici, coordinamenti e collettivi si sono uniti contro gli incendi per dare vita a un unico evento diffuso su tutto il territorio. Le manifestazioni si sono svolte in quasi tutte le Province, da Siracusa a Trapani, passando per Palermo, Catania e Caltanissetta.

L’iniziativa è partita da un post Facebook scritto da una guida escursionistica sul tema degli incendi dolosi sui Monti Iblei. Nel giro di pochi giorni il post ha fatto il giro del web, riportando l’attenzione su questa gravissima questione.

Il flash-mob in realtà è solo l’ultimo anello di un’azione cominciata 4 anni fa con la marcia contro gli incendi allo Zingaro e con la nascita del Coordinamento Salviamo i Boschi, che ha messo insieme diverse realtà organizzate per fare pressione su istituzioni, magistratura, media e società civile.

 

Le iniziative contro i roghi

Dopo gli ultimi incendi che hanno devastato la Riserva dello Zingaro e il bosco della Moarda sono state messe in campo varie iniziative. Tra queste, una lettera aperta al Presidente Musumeci con 20 proposte operative e una raccolta di firme, sottoscritta da più di 43.000 cittadini e cittadine, per chiedere una riforma generale del settore forestale e l’istituzione di una specifica commissione d’inchiesta. Nonostante ciò, il governo regionale non ha mosso un dito sul tema.

L’operato della politica regionale è stata insufficiente anche in questi giorni di mobilitazione e attenzione mediatica. Mercoledì è stata approvata una legge proposta dalla deputata Valentina Palmeri, la quale prevede punizioni esemplari per chi appicca incendi. Le associazioni e i comitati la ritengono però insufficiente e non risolutiva, in quanto prevede unicamente un aumento delle pene per chi appicca i roghi, escludendo qualsiasi intervento di prevenzione e manutenzione.

Ieri in Commissione Ambiente si è tenuta un’audizione con il Coordinamento salviamo i boschi. Quella che sta per iniziare si prospetta una stagione uguale alle precedenti: nessun provvedimento serio è stato preso, nessun finanziamento per le opere di prevenzione è stato stanziato.

 

Quanto sono gravi gli incendi?

Quello dei roghi è un problema che pesa gravemente sulla nostra isola. Il ripetersi puntuale di incendi in soli 5 anni ha mandato a fuoco quasi 112.000 ettari di bosco ed interfaccia – superficie che, paragonata, equivarrebbe alla metà della provincia di Trapani. Una devastazione senza precedenti, che accelera il processo di desertificazione già in atto nell’isola e aggrava gli effetti del cambiamento climatico generale. Per non parlare dei rischi per l’incolumità dei cittadini e delle ripercussioni sul campo del turismo.

I manifestanti hanno sottolineato anche l’assenza delle istituzioni regionali, che tardano da anni nella produzione di un piano di prevenzione e manutenzione delle aree boschive che sta lasciando libero campo alla devastazione del patrimonio naturalistico dell’isola.

Senza le istituzioni a supporto, la chiave di volta è stata la mobilitazione dal basso delle comunità. Comunità che non accettano di vedere andare in fumo ogni estate centinaia di ettari di bosco e di riserve. Aree, queste, che svolgono un ruolo fondamentale: intanto come custodi di tradizioni e storie; poi come polmoni verdi, capaci di contrastare il dissesto idrogeologico e dal grande valore turistico.

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