Consulta per l’Indipendenza del Popolo Siciliano

Consulta per l’Indipendenza del Popolo Siciliano

Consulta per l’Indipendenza del Popolo Siciliano
31 marzo 2017 – 735° Anniversario del Vespro

Il lunedì dell’Angelo del 1282, al vespro, ebbe inizio la rivoluzione dei siciliani contro la “mala signoria” degli Angioini. Sebbene lontano nel tempo, il nostro Vespro ricorda ancora che la liberazione e l’emancipazione di un popolo sono possibili. Nell’occasione del 735° anniversario del Vespro si costituisce la Consulta per l’Indipendenza del Popolo Siciliano. Sollecitati dagli insegnamenti di quella storia gloriosa, diamo vita a una Consulta che promuova, come orizzonte ideale e traguardo da conquistare, l’indipendenza della Sicilia. Oggi noi insorgiamo contro la “mala signoria” di un potere economico e politico che usa la Sicilia soltanto come terra di conquista e chiamiamo a consulta le energie migliori di una terra mai doma.
La Sicilia di oggi è saccheggiata e prostrata sotto ogni punto di vista. Le imprese chiudono, le terre sono maltrattate e svendute, i nostri ragazzi fuggono costretti ad emigrare, i luoghi della cultura si spengono. Ciò a cui assistiamo è una lenta agonia, un’asfissia che trova in Italia e in Europa i suoi principali mandanti ed esecutori, non senza la complice collaborazione di una classe dirigente “siciliana” subalterna e funzionale a questo saccheggio.
Tutti gli aneliti a forme più o meno spinte di autogoverno, sotto il Regno d’Italia, portarono – come è noto – alla conquista infine di una Carta autonomistica, nel 1946. Per la Consulta, quel ciclo storico è oggi da considerarsi del tutto esaurito. Settant’anni fa, la conquista dello Statuto – che non accadde per “grazia concessa” ma tra lotte e conflitti – poteva forse significare pace, benessere e libertà, se solo si fosse spezzato il pane dell’autonomia tra il popolo siciliano. Ma questo è stato sempre tenuto alla larga da quella Carta costituzionale, sacrificata, un articolo alla volta, un pezzo alla volta, in nome degli “interessi nazionali”. Oggi, quello Statuto è carta straccia, avendo perduto ogni spinta propositiva, mutilato nelle sue parti più vitali da norme attuative difformi dallo stesso, da sentenze costituzionali semplicemente abrogative e comunque arbitrarie. I ruderi che ne restano servono solo a riprodurre un ceto politico subalterno alle strategie “nazionali” e internazionali.
Di fronte a questo scenario, gli indipendentisti, nel rispetto delle diverse ispirazioni culturali e ideali, hanno il dovere morale di fare fronte comune per costituire un soggetto che difenda la Sicilia al di fuori di ogni equivoco. Nessuna risposta potrà più venire da un semplice “rinnovamento” civico, né da qualsiasi orizzonte autonomista o “sicilianista”. Nessun traguardo può essere per noi quello di “riformare” la Regione. Ripetiamo: quel ciclo storico è ormai esaurito, per sempre.
L’unica vera soluzione istituzionale non può che essere radicalmente indipendentista. Ogni conquista intermedia non può essere altro che un passaggio tattico verso l’unico obiettivo capace di garantire la piena libertà e il benessere della Sicilia: “Bonu statu e Libbirtati” secondo l’eterno motto del Vespro, dunque piena sovranità della Sicilia. Per raggiungere questo obiettivo la Consulta agirà sui campi culturale e identitario, sociale e sindacale, politico e istituzionale.
Questi campi di intervento non possono e non devono essere praticati in maniera disgiunta o settoriale. Noi non siamo un’accademia, né un sindacato, né un partito. La Consulta porta avanti una battaglia per la sovranità totale della Sicilia, dei suoi territori e del suo arcipelago, che non considera un valore negoziabile; sovranità piena sulla nostra terra, sul nostro mare, sul nostro cielo.
“La Sicilia di domani sarà quale noi la vogliamo: pacifica, laboriosa, ricca, felice, senza tiranni e senza sfruttatori” (Antonio Canepa, 1943). La Sicilia che vogliamo saprà difendere i propri interessi con fermezza, sviluppando rapporti fraterni con tutti i popoli del mondo. Noi siamo “indipendentisti”, non “separatisti”; è la Sicilia coloniale di oggi ad essere “separata” dal resto del mondo. L’indipendenza la renderà “unita” al novero dei Paesi liberi.
Soprattutto, la Sicilia che vogliamo sarà esterna a qualunque logica imperialista, nella convinzione che sono proprio queste logiche che stanno seminando nel mondo guerra, fame, miseria, migrazioni bibliche, terrorismo reazionario e, in una parola, caos. Un mondo di pace e solidarietà, rispettoso di un diritto internazionale fondato sui diritti dei popoli e sulla sostenibilità sociale e ambientale, anziché sugli interessi di ristrette consorterie, è ancora possibile; un mondo di pace, contrapposto alla cieca globalizzazione, nel quale noi ci collochiamo senza ambiguità di sorta.
Bonu statu e libbirtati!
AN.TU.DO.!

ANTUDO.INFO
ASSOCIAZIONE LA SICILIA AI SICILIANI
L’ALTRA SICILIA
SICILIANI LIBERI
TERRA E LIBERAZIONE

31 MARZO 2017, ORE 10.00
Castello di San Marco, via San Marco 40 – Calatabiano

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