Catania, dissesto economico: soldi alle banche non agli asili nido.

Catania, dissesto economico: soldi alle banche non agli asili nido.

La cattiva gestione del dissesto economico Catanese continua a mietere vittime. Questa volta, sono i lavoratori e i fruitori del servizio degli Asili Nido che è stato sospeso senza nessuna certezza circa la sua ripresa.

Le ottanta educatrici del distretto 16, che comprende il comune di Catania e quelli di Misterbianco e di Motta Sant’Anastasia, dal 21 settembre saranno tutte licenziate. L’erogazione del servizio era stata affidata al consorzio “Glicine” di Bagheria, che già negli scorsi mesi ha mancato di erogare i compensi dovuti ai propri dipendenti, anche per i ritardi nei pagamenti da parte del comune di Catania.

Nonostante l’appalto fosse scaduto ad Aprile, il clima sembrava essersi disteso: gli interlocutori istituzionali si erano dichiarati disposti a collaborare regolarizzando gli arretrati dei pagamenti e prorogando il servizio fino a Giugno. Adesso, a causa della mancanza di fondi dovuta al dissesto del comune, non è più possibile garantire la riapertura delle classi a Settembre.
L’assessore di Catania ai Servizi Sociali Giuseppe Lombardo ha dichiarato: 《Il servizio asili nido non è un servizio obbligatorio per legge, è un servizio a domanda individuale. Il servizio è sospeso perché non c’è più il finanziamento del ministero degli interni. Credo che il comune di Catania, nelle condizioni in cui si trova, non possa più sostenere questo servizio》.

Chi sta pagando per l’interruzione di un tale servizio sono, da una parte, le ausiliarie delle cooperative sociali, indispensabili per aiutare le maestre nei loro compiti, che hanno ricevuto una lettera di licenziamento da parte del consorzio che le gestisce «a causa del cessato appalto». Dall’altra, le famiglie che non possono sostenere la spesa di un asilo privato e che adesso si ritrovano alla disperata ricerca di un luogo in cui poter lasciare i propri figli mentre si trovano a lavoro.

Dove sono finiti i soldi “ottenuti” dallo Stato e tanto rivendicati dal sindaco per salvare il comune dal dissesto?
Come al solito, i servizi dei cittadini vengono a mancare ma i soldi per le banche si trovano sempre.
Di fronte a questa situazione drammatica i rappresentanti delle istituzioni preferiscono alzare le spalle e lavarsene le mani nascondendosi dietro al mantra: “La colpa è del dissesto”. Un dissesto che loro stessi hanno generato.

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