Catania, 6 aprile: il Sud conta.

Catania, 6 aprile: il Sud conta.

Sabato 6 aprile si terrà a Catania dalle ore 10.00, presso Katane Palace Hotel, la prima assemblea pubblica siciliana che si inserisce nella campagna “Il Sud Conta”. L’obiettivo è quello di costruire comitati territoriali per una mobilitazione permanente contro il regionalismo differenziato.
La campagna “Il Sud Conta” è partita da Napoli qualche settimana fa con un appello e ha visto immediatamente l’adesione di decine di realtà e comitati territoriali, sindacati di base, ma anche consiglieri comunali, accademici, scrittori, musicisti e attori.
Anche dalla Sicilia si sta organizzando l’opposizione alla proposta di accordo di Lombardia e Veneto e Emilia Romagna con lo Stato Italiano. Un progetto politico non nuovo che ha cominciato a concretizzarsi con il governo Gentiloni dopo la vittoria del si nei referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto. Da li parte questa proposta di accordo che l’attuale governo sta discutendo con queste tre regioni e che vedrebbe nei fatti un ulteriore furto delle risorse, già ridotte, dei comuni e delle regioni meridionali.
Questo accordo prevede il passaggio delle competenze su sanità, istruzione e assistenza – e altre, fino a 23 – alle regioni e la ripartizione dei fondi regionali attraverso un meccanismo che, nel breve termine, permetterebbe a queste tre regioni di trattenere il gettito fiscale.
Di seguito riportiamo l’appello degli organizzatori dell’assemblea che si terrà a Catania.

Il 6 aprile, a Catania, dalle ore 10 alle ore 18, presso il Katane Palace, in via C. Finocchiaro Aprile n. 110, si svolgerà l’ASSEMBLEA delle siciliane e dei siciliani per la costituzione dei COMITATI TERRITORIALI contro l’“AUTONOMIA DIFFERENZIATA” – LA SECESSIONE DEI RICCHI, concepita dai governi a guida PD e avviata dal governo M5S-Lega.
È indispensabile in Sicilia unire le nostre voci e le nostre forze per denunciare, per lottare e per bloccare il Regionalismo Differenziato, che attacca i Livelli Essenziali di Prestazioni-LEP, concepiti per garantire la coesione sociale, le pari opportunità dei cittadini e la solidarietà tra i diversi territori dello stato, per sostituirli invece con “standard territoriali differenziati”. Questo processo NON rappresenta un percorso verso la valorizzazione dell’autodeterminazione dei territori, ma l’istituzionalizzazione delle disuguaglianze e delle discriminazioni, in particolare nei confronti dei cittadini del Meridione, della Sardegna e della Sicilia.
Mentre Emilia Romagna, Lombardia e Veneto si apprestano a “ricevere” l’Autonomia differenziata, lo Statuto speciale dell’Autonomia siciliana – concesso alla Sicilia prima che venisse proclamata la Repubblica, quindi ancor prima dell’emanazione della Carta Costituzionale – è stato tradito dallo Stato e dalla classe politica siciliana “ascarizzata” che ha rappresentato i partiti nazionali nell’arcipelago siciliano. È da respingere, quindi, la tesi che sostiene che tutti i mali economici e strutturali di cui soffre la Sicilia derivino dal suo Statuto speciale. L’Autonomia Siciliana, di fatto, è stata tradita e utilizzata come paravento per sfruttare e offendere le siciliane e i siciliani.
In questo contesto il popolo siciliano è costretto a “convivere” CON:
– l’imperialismo NATO-USA: una vera e propria enorme base militare che occupa praticamente, da Sigonella a Niscemi, da Birgi a Lampedusa, tutti i territori dell’arcipelago;
– vasti territori che possono essere paragonati alla Terra dei fuochi, devastati, inquinati e rapinati;
– l’aumento vertiginoso della disoccupazione, e non solo di quella giovanile;
– la ripresa della diaspora dell’immigrazione, che riguarda tutte le tipologie lavorative e dell’ emigrazione interna che drammaticamente continua a svuotare il sud;
– l’agricoltura ridotta a pezzi, mentre impera il caporalato;
– il comparto della pesca che in un decennio ha registrato la perdita di oltre 10 mila posti di lavoro;
– le infrastrutture ai minimi termini;
– la rete ferroviaria obsoleta e quasi tutta a binario unico;
– l’80% degli edifici delle scuole pubbliche statali non in sicurezza;
– la mancanza di un Piano Regionale Abitativo, a fronte di un aumento vertiginoso di sfratti, sgomberi e pignoramento ” per morosità non colpevole”;
– gli apparati politico-mafiosi-massoni che non hanno mai smesso di essere dominanti.
I Comitati Territoriali, che “Il Sud Conta” lancia con questa assemblea, vogliono essere uno strumento di lotta per dare voce nei singoli territori siciliani alle comunità, ognuna con la propria specificità territoriale, culturale e sociale, contro l’Autonomia differenziata, chiedendone il blocco della ratifica. Nel corso dell’assemblea le proposte per articolare una mobilitazione permanente siciliana, che ha già come prima indicazione una prossima manifestazione a Palermo.

Per aderire all’iniziativa del 6 aprile si può scrivere direttamente nell’evento fb o a c.urzi@usb.it

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