Assemblea popolare a Nicosia contro l’hub militare

Assemblea popolare a Nicosia contro l’hub militare
L’opposizione alla proposta di realizzare l’hub militare sulle Madonie si allarga, portando a casa un’importante segnale di vittoria: martedì sera si è svolta a Nicosia un’assemblea pubblica, partecipata nel suo momento di picco da quasi 400 persone.

Poco prima dell’inizio dell’assemblea, il Sindaco di Sperlinga, rimasto l’unico a sostenere l’accordo stipulato con il Ministero della Difesa, ha scelto di revocare la delibera per la costruzione del poligono. La notizia ha suscitato grande entusiasmo nell’assemblea, consapevole però che davanti a quella che può essere una grande conquista per le comunità del territorio non bisogna abbassare la guardia. È possibile infatti che la minaccia di espropri, sgomberi e devastazione del territorio per le necessità dell’apparato di guerra dello stato italiano continui a incombere sulla zona.

 

L’assemblea di Nicosia

Tanti gli interventi di tecnici ed esperti, ad esporre i tanti motivi che rendono necessaria l’opposizione a questo progetto. Giuristi, geologi, veterinari, medici, hanno presentato con lucidità e precisione quale sarebbe il destino, già scritto, del territorio madonita se questa opera dovesse essere costruita: contaminazione per i terreni e le acque, ulteriore emigrazione e svuotamento dei comuni, inabitabilità del territorio, rischi per la salute della popolazione.


Ci sono già degli esempi, come Capo Teulada, in Sardegna: un enorme pezzo di terra sottratto alle comunità del luogo ed ormai completamente inabitabile ma soprattutto che non è più possibile bonificare, a causa del massiccio inquinamento da piombo che ha subito. 

O Punta Bianca, nell’agrigentino, in cui le condizioni del mare e della scogliera circostante sono irrimediabilmente compromesse dalle esercitazioni militari. O ancora il Muos di Niscemi, dove insiste una delle basi militari americane più importanti del Mediterraneo, con nefaste conseguenze sulla salute delle popolazioni circostanti.

 

L’assemblea ha visto il susseguirsi di moltissimi interventi di cittadini e cittadine, che hanno ribadito con forza la loro ferma opposizione. Devono essere le comunità a decidere sui luoghi che abitano, e le comunità di quella zona hanno espresso la loro posizione: non ci faremo comprare per quattro spicci. Quella dello sviluppo, della crescita economica legata alla presenza militare, dei benefici e delle possibilità di ripopolamento è una menzogna incompatibile con il progetto di vita su quel territorio.

Si festeggia, quindi, una prima vittoria, ottenuta grazie al coraggio e alla capacità di farsi sentire di tanti, ma ci si tiene in allerta, perché potrebbe non finire qui. 

Riportiamo il comunicato del Comitato Identità e Sviluppo, in merito alla scelta del Sindaco di Sperlinga di revocare la delibera. 

Anche il Sindaco di Sperlinga, Giuseppe Cuccì, ha finalmente revocato la delibera con la quale si dava avvio alla firma dell’accordo siglato l’8 maggio per la realizzazione di un hub di addestramento militare.

È un passo importantissimo perché significa che le nostre terre non sono vuote, disabitate, ma luoghi vivi, abitati da forze positive e propositive: quelle forze che hanno trovato una loro unità all’interno del nostro comitato.

È stato un input, una scossa di cui forse avevamo bisogno per poter adesso cominciare a ripensare i nostri paesi, la nostra esistenza, il contesto in cui viviamo sotto una nuova luce.

Abbiamo scoperto di amarlo e abbiamo anche capito di avere le forze per difenderlo, per mostrare tutta la sua ricchezza e la sua bellezza.

Continuiamo a tenere comunque alta l’attenzione!”

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